In caso di redditi a zero deve essere presentata la dichiarazione dei redditi? E’ questa una delle domande che si pongono tantissimi contribuenti, sia privati dipendenti, disoccupati e pensionati, sia autonomi e professionisti con partita IVA. Se per le persone fisiche non titolari di partita iva sono previste specifiche cause di esclusione, per i titolari di partiva IVA valgono delle regole diverse.
Ecco quindi la nostra guida completa e aggiornata su questo argomento di fiscalità, partendo proprio dalle differenze fra privati e aziende.
Quali differenze fra privati e partite IVA per la dichiarazione dei redditi a zero
I non titolari di partita Iva possono evitare di presentare la dichiarazione dei redditi laddove percepiscono solo redditi da lavoro dipendente; ciò vale anche laddove ai redditi da lavoro dipendente si aggiunge quello derivante dal possesso dell’abitazione principale. Tuttavia per tale reddito (rendita catastale rivalutata), è prevista una specifica deduzione.
Ecco perchè nel caso specifico, redditi da lavoro dipendente + abitazione principale, è possibile non presentare la dichiarazione dei redditi. Le ritenute Irpef in capo al lavoratore sono trattenute direttamente dal datore di lavoro.
Lo stesso esonero si applica laddove i redditi da lavoro dipendente o pensione, si cumulano con quelli dell’abitazione principale, relative pertinenze e altri fabbricati non locati. Ciò vale laddove il fabbricato non locato è situato nello stesso comune dell’abitazione principale. Abitazione principale e pertinenze per le quali non è dovuta l’IMU.
Attenzione, la dichiarazione deve comunque essere presentata:
- se le addizionali all’Irpef non sono state trattenute o sono state trattenute in misura inferiore a quella dovuta;
- se sono stati percepiti esclusivamente redditi che derivano dalla locazione di fabbricati per i quali si è optato per la cedolare secca.
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Esonero dichiarazione dei redditi per tipologia di reddito
L’esonero dalla presentazione della dichiarazione dei redditi opera anche in base alla tipologia di reddito da dichiarare.
Ad esempio, non è necessario presentare la dichiarazione dei redditi per le seguenti somme:
- rapporti di collaborazione coordinata e continuativa compresi i lavori a progetto;
- redditi esenti (ad esempio le borse di studio);
- redditi soggetti ad imposta sostitutiva (diversi da quelli soggetti a cedolare secca ossia interessi sui BOT o sugli altri titoli del debito pubblico);
- soggetti a ritenuta alla fonte a titolo di imposta (interessi sui conti correnti bancari o postali; redditi derivanti da lavori socialmente utili, ecc.).
Tutti i casi di esonero dalla dichiarazione dei redditi sono elencati dall’Agenzia delle Entrate qui.
Dichiarazione dei redditi a zero per pensionati e dipendenti
Altre esenzioni operano invece laddove il reddito non raggiunga una certa soglia. Ad esempio, i pensionati con redditi fino a 8.000 euro non devono presentare la dichiarazione dei redditi e dal 2022 il limite sale a 8.500 euro. Stesso limite per i redditi da lavoro dipendente (8.000).
Anche la combinazione di redditi da Pensione + terreni + abitazione principale e sue pertinenze esonera dalla presentazione della dichiarazione dei redditi. Se il contribuente rispetta i seguenti limiti:
- 7.500 euro (per la pensione)
- 185,92 (terreni).
Non deve presentare la dichiarazione dei redditi anche chi deve dichiarare l’assegno periodico corrisposto dal coniuge + altre tipologie di reddito fino a 8.000 euro. Stesso discorso vale per chi ha effettuato prestazioni da lavoro autonomo occasionale fino a 4.800 euro; limite innalzato a 5.500 euro dalla Legge di bilancio 2022.
Attenzione, in molti dei casi su esposti potrebbe comunque essere conveniente presentare la dichiarazione dei redditi.
Si prenda il caso del lavoro autonomo occasionale. All’atto dell’emissione della ricevuta fiscale il lavoratore subisce una ritenuta del 20%. Se volesse recuperarla può farlo con la dichiarazione dei redditi. Se la dichiarazione si chiude a credito, cosa molto probabile se quello da lavoro autonomo occasionale è l’unico reddito da dichiarare, può optare per il rimborso diretto sul conto corrente.
Dichiarazione dei redditi a zero per i titolari di partita Iva
In caso di reddito a zero per le Partite IVA deve essere presentata la dichiarazione dei redditi? Ebbene la risposta è positiva.
Ad esempio, si pensi al caso del contribuente in regime forfettario con redditi a zero. Al di la degli obblighi di dichiarare il reddito percepito, il forfettario deve portare a conoscenza del Fisco le spese sostenute per canoni di locazione, leasing, compensi corrisposti a terzi, ecc. Tutte informazioni che le altre partite iva devono considerare per la compilazione degli “Modello ISA”. Ricordiamo inoltre che i forfettari non sono tenuti alla loro compilazione.
Detto ciò, le Partite IVA devono presentare la dichiarazione anche con redditi a zero. Ad esempio con la dichiarazione dei redditi si porta a conoscenza il Fisco anche sul come sono stati utilizzati i crediti d’imposta, l’eventuale residuo o altre informazioni.
Le istruzioni di compilazione del modello Redditi si limitano a precisare che non è esonerato dalla dichiarazione dei redditi:
chi è obbligato alla tenuta delle scritture contabili (come, in genere, i titolari di partita IVA), anche nel caso in cui non abbiano conseguito alcun reddito.
Il richiamo alle scritture contabili non deve essere inteso in senso assoluto. Infatti i forfettari non sono obbligati alla tenuta delle scritture contabili. Devono solo conservare e numerare le fatture emesse e ricevute.
In conclusione, per le partite iva con reddito a zero c’è obbligo di dichiarazione dei redditi. Attenzione, le partite iva non possono mai presentare il modello 730, ma devono ricorrere sempre al modello Redditi.