Presentando la dichiarazione dei redditi, ogni anno i lavoratori dipendenti possono accedere a diverse agevolazioni, sotto forma di detrazioni fiscali, per le spese sostenute durante l’anno. Presentando la dichiarazione dei redditi nel 2023, si dichiarano non solo i redditi percepiti l’anno precedente, ma anche tutte le spese sostenute.
Tra queste, alcune fanno riferimento alla casa: pensiamo ad esempio agli interessi passivi del mutuo, oppure in alcuni casi alle spese per l’affitto. Anche i costi legati ad un canone di affitto possono essere portati in detrazione tramite dichiarazione dei redditi utilizzando il modello 730.
Per procedere, negli ultimi anni il fisco italiano ha messo a disposizione alcuni interessanti strumenti digitali, come il Modello 730 precompilato. Ma vediamo nel dettaglio quando è possibile chiedere l’accesso alle detrazioni fiscali per le spese dell’affitto e come funzionano.
Detrazioni fiscali per l’affitto: requisiti
Ad oggi sono molti gli italiani che decidono di vivere in affitto, una scelta piuttosto pratica e frequente soprattutto per le giovani generazioni. In molte città italiane il caro prezzi ha influito anche sul costo delle case in affitto, per cui trovare alcuni strumenti per risparmiare ad oggi è più che mai necessario.
Secondo le norme italiane, è possibile anche ottenere delle detrazioni fiscali dai costi sostenuti sull’affitto ogni mese. Tuttavia è necessario che siano rispettati alcuni requisiti, dai beneficiari, per usufruire di questo vantaggio.
Come altri tipi di detrazioni, si prevede un risparmio sull’Irpef, ovvero sull’imposta versata allo stato lavorando. Per accedere alle agevolazioni è necessario che sia attivo un contratto di affitto, e che siano verificate alcune circostanze reddituali, come vedremo tra poco.
Per poter accedere ad una detrazione fiscale sull’affitto, gli inquilini devono rientrare in una delle casistiche specifiche indicate dalle normative, ovvero l’agevolazione è destinata a:
- Inquilini che si trovano in affitto per l’abitazione principale a canone libero;
- Inquilini in affitto in una abitazione principale con canone concordato;
- Inquilini che si trovano in affitto per l’abitazione principale, di età dai 20 ai 31 anni;
- Lavoratori dipendenti che trasferiscono la propria residenza, e quindi dimora, per motivi di lavoro in una casa in affitto;
- Studenti universitari fuori sede, in affitto.
In quasi tutti i casi, uno dei requisiti da rispettare riguarda l’utilizzo dell’abitazione, ovvero si deve trattare di una prima casa. Non è possibile infatti procedere con le detrazioni se l’immobile è una seconda casa.
Come funziona la detrazione per l’abitazione principale
Prendiamo in considerazione coloro che vivono in una casa in affitto, ovvero la adibiscono ad abitazione principale. In questo caso è indispensabile il contratto di affitto correttamente registrato, per poter accedere alle detrazioni, che cambiano in base alla sua tipologia.
Se viene previsto un contratto a canone libero, l’inquilino può accedere alle seguenti detrazioni, in base al reddito percepito durante l’anno:
- Redditi fino a 15.493,71 euro: 300 euro di detrazione;
- Redditi fino a 30.987,41 euro: 150 euro di detrazione.
Per ciò che riguarda i contratti a canone concordato invece, vengono stabilite le seguenti detrazioni fiscali, in base al reddito:
- Redditi fino a 15.493,71 euro: 495,80 euro di detrazione;
- Redditi fino a 30.987,41 euro: 247,90 euro di detrazione.
Queste detrazioni si vanno poi ad applicare direttamente sulle tasse pagate durante l’anno, per cui l’interessato deve presentare tutte le spese per il canone di affitto sostenute durante l’anno, al momento della dichiarazione dei redditi.
Detrazione per l’affitto per giovani under 31
Una particolare agevolazione ulteriore viene data a tutti i giovani dai 20 ai 31 anni che si trovano in affitto, sempre presso un immobile che viene adibito a prima casa. In questo caso la detrazione è valida per i primi 4 anni in cui viene stipulato il contratto, non è quindi applicabile sempre. Deve essere spostata comunque la residenza nell’abitazione in affitto, ed è possibile accedere a questa agevolazione anche pagando l’affitto per una sola stanza.
Inoltre sono stabilite soglie ben precise per cui è possibile chiedere l’accesso all’agevolazione: si parla di una detrazione del 20% del canone di locazione, fino alla soglia massima di 2.000 euro. Il reddito annuo tuttavia dev’essere inferiore a 15.493,71 euro.
Questo sostegno è stato introdotto per incentivare i giovani ad una propria indipendenza rispetto alla famiglia di origine, per cui non è possibile accedervi se si va ad abitare in una casa di proprietà dei genitori. Inoltre, il contratto deve essere stipulato prima che il giovane compia 31 anni di età.
Anche in questo caso il beneficiario deve disporre di tutta la documentazione inerente il pagamento, e può chiedere l’accesso alle detrazioni tramite Modello 730.
Detrazione per l’affitto di chi si trasferisce per lavoro
Un’altra casistica interessante per accedere all’agevolazione fiscale è quella dei lavoratori che si devono trasferire in un’altra abitazione per motivi di lavoro: in questi casi è necessario che anche la residenza venga spostata dall’interessato.
La detrazione si applica se il lavoratore dimostra di avere un contratto di lavoro subordinato, e di essersi spostato dal Comune precedente almeno di 100 km. Al di sotto di questa distanza, non è possibile richiedere la detrazione fiscale specifica (ma è possibile accedere alle altre, viste fino ad ora).
In questo caso la detrazione fiscale si applica per i primi tre anni dal momento del trasferimento, e cambia in base al reddito percepito. Le soglie di reddito da tenere in considerazione sono pressoché le stesse di quelle viste prima, tuttavia la detrazione varia come segue:
- Redditi fino a 15.493,71 euro: detrazione di 991,60 euro;
- Redditi fino a 30.987,41 euro: detrazione di 495,80 euro.
Anche in questo caso per ricevere l’agevolazione è necessario rispettare tutti i requisiti visti qui, e presentare la dichiarazione dei redditi corretta.
Studenti fuori sede: come funziona la detrazione per l’affitto
Oltre a chi si sposta per lavoro, in Italia sempre più spesso c’è chi si muove per motivi di studio: molti studenti infatti si muovono al di fuori della propria regione, per raggiungere gli atenei situati nelle principali città italiane. In questo modo è possibile vivere presso case in affitto oppure singole stanze in condivisione con altri giovani.
Anche in questo caso, come succede per i lavoratori, è necessario che la distanza dello spostamento sia almeno di 100 km, per accedere all’agevolazione. L’università deve trovarsi in una provincia differente da quella di residenza (che può non essere spostata).
In questo caso l’agevolazione è del 19%, come accade anche per altre spese che si possono presentare con il Modello 730 e scaricare. Il limite massimo consentito di spesa è di 2.633 euro.
Come chiedere le detrazioni per l’affitto
Ma come fare, nella pratica, ad accedere alle detrazioni fiscali per le spese di affitto? In qualsiasi caso si rientri, è possibile chiedere queste agevolazioni unicamente presentando la propria dichiarazione dei redditi, aggiornata e completa, e inserendo tutti i dati relativi a queste spese.
Ad oggi è possibile richiedere l’assistenza di un intermediario, come un commercialista o un centro CAF, tuttavia il fisco italiano ha anche introdotto una possibilità per procedere in autonomia, tramite modello 730 precompilato online.
Si può accedere al proprio documento direttamente dal sito dell’Agenzia delle Entrate, con una credenziale digitale come lo SPID. La presentazione di questo documento è prevista ogni anno entro il 30 settembre (quest’anno è scaduta al 2 ottobre).