Il datore di lavoro di colf e badanti può scaricare nel 730 il costo dei contributi previdenziali, ovvero può portare in deduzione i contributi pagati per i lavoratori domestici e per gli addetti ai servizi di assistenza personale o familiare: colf, baby-sitter, badanti ossia assistenti delle persone anziane. Sono deducibili in dichiarazione dei redditi le somme effettivamente versate fino ad un importo massimo di 1.549,37 € annui. Tuttavia, la deduzione non riguarda l’intero importo, ma solo la quota a carico del datore di lavoro al netto della quota contributiva a carico del collaboratore domestico o familiare.
Vediamo nel rispetto di quali condizione è ammessa la deduzione in dichiarazione dei redditi, 730 e modello Redditi e quali sono i documenti da conservare che potrebbero essere oggetto di controllo da parte dell’Agenzia delle entrate.
Contributi previdenziali Colf e le badanti: come scaricarli nel 730
La deduzione dei contributi previdenziali ed assistenziali versati per gli addetti all’assistenza personale o familiare (colf, baby-sitter, assistenti delle persone anziane, ecc.) è ammessa espressamente dal TUIR. E’ possibile dedurre anche i contributi versati per gli addetti ai servizi domestici (autisti, giardinieri, ecc.)
I contributi sono deducibili, nel rigo E23 del 730 per la parte rimasta a carico del datore di lavoro, fino ad un importo massimo di euro 1.549,37.
La deduzione riguarda solo la quota a carico del contribuente, datore di lavoro:
- effettivamente versate nel corso del periodo d’imposta, applicando il principio di cassa (rileva il momento del pagamento),
- senza tener conto della competenza dei trimestri.
In base alle indicazioni riportate nella circolare, Agenzia delle entrate, n°24/e 2022:
rientrano nell’ambito applicativo dell’agevolazione anche i contributi previdenziali sostenuti per una badante assunta tramite un’agenzia interinale e rimborsati all’agenzia medesima, se quest’ultima rilascia una certificazione attestante gli importi pagati, gli estremi anagrafici e il codice fiscale del soggetto che effettua il pagamento (utilizzatore) e del lavoratore.
Non sono deducibili: i versamenti alla CAS.SA.COLF; i contributi forfettari sostenuti per la regolarizzazione dei lavoratori dipendenti stranieri.
Come funziona per chi utilizza il libretto famiglia
Nel 730 così come nel modello Redditi, possono essere dedotti anche i contributi previdenziali per gli addetti ai servizi domestici, versati alla gestione separata INPS mediante il “libretto famiglia”. Libretto di famiglia che può essere utilizzato dai privati, fuori dall’esercizio di attività professionale o d’impresa, per pagare soggetti quali giardinieri, domestici, insegnanti privati, si deve però trattare di attività svolte in maniera sporadica/saltuaria.
In questo caso, la deduzione opera per il totale, posto che i contributi in questo caso sono tutti i carico del committente.
Del valore nominale di 10 euro di ogni titolo di pagamento:
- 8 euro costituiscono il compenso del prestatore,
- 1,65 euro vengono accantonati per la contribuzione IVS alla Gestione Separata,
- 0,25 euro per il premio assicurativo INAIL, e
- 0,10 euro per il finanziamento degli oneri gestionali
Nei fatti, la deduzione in dichiarazione dei redditi riguarda, per ogni ora di lavoro, l’importo di euro 1,65, pagato a titolo di contribuzione IVS alla Gestione separata INPS.
L’importo può essere dedotto nel periodo d’imposta in cui è effettuato il versamento per l’acquisto del titolo di pagamento, a condizione che la relativa prestazione di lavoro domestico sia stata svolta dal lavoratore e che lo stesso sia stato pagato dall’INPS.
Qual è la documentazione da conservare
E’ utile porre l’attenzione sui documenti da conservare che potrebbero essere oggetto di controllo da parte dell’Agenzia delle entrate. Rispetto alla documentazione riferita alla dichiarazione dei redditi 2023, l’obbligo di conservazione opera fino al 31 dicembre 2028. Questo non è altro che il termine entro il quale il Fisco può attivare la propria attività di accertamento.
Contributi per gli addetti ai servizi domestici e familiari
- Ricevute di pagamento intestate all’INPS complete della parte informativa sul rapporto di lavoro domestico (ore trimestrali, retribuzione oraria effettiva, ecc.), effettuato dal contribuente tramite c/c postale e/o MAV (pagamento mediante avviso);
- Per le agenzie interinali, la fattura deve contenere: il codice fiscale del soggetto che effettua il pagamento, i dati identificativi dell’agenzia, la specificazione della natura del servizio reso e l’indicazione della quota di contributi a carico del datore di lavoro
Libretto famiglia
- Copia del libretto famiglia;
- Ricevute dei titoli di pagamento mediante il F24 modello Elide, con causale “LIFA”, oppure tramite il “Portale dei pagamenti” dell’INPS;
- Documentazione attestante la comunicazione all’INPS dell’avvenuto utilizzo dei buoni lavoro;
- Dichiarazione sostitutiva di atto di notorietà resa ai sensi dell’art. 47 del DPR n. 445 del 2000 con la quale si attesta che le prestazioni di lavoro sono rese dagli addetti ai servizi domestici e/o all’assistenza personale o familiare.
Quale conto corrente usare per i pagamenti di colf e badanti
Nella risposta n° 278/2019, l’Agenzia delle entrate ha chiarito che la deduzione è ammessa anche laddove il pagamento sia stato effettuato da un conto corrente diverso da quello dell’effettivo datore di lavoro. Fa fede l’intestazione del MAV prestampato inviato dall’INPS in cui risultano indicate tutte le informazioni richieste per legge.
Nel caso di specie il CAF, in fase di compilazione del modello 730 del contribuente, aveva ritenuto di escludere la deducibilità dei contributi INPS versati in quanto il versamento degli stessi risultava effettuato da un soggetto diverso (la suocera) rispetto a quello tenuto per legge ad eseguirlo (datore di lavoro/istante).
Tuttavia, nonostante la diversa intestazione del conto corrente dal quale è stato disposto il pagamento, l’Agenzia delle entrate ha riconosciuto comunque la deduzione.