I datori di lavoro, in quanto sostituti di imposta, procedono con alcune operazioni a favore dei propri lavoratori dipendenti: dall’erogazione degli stipendi al pagamento dei contributi per la pensione, fino al versamento delle tasse allo stato.
Per pagare le tasse nello specifico effettuano delle trattenute sull’importo lordo in busta paga al lavoratore, e effettuano quindi delle ritenute di diverso tipo sulle somme da corrispondere ai dipendenti. Va considerato che in alcuni casi può verificarsi una eccedenza di queste ritenute, ovvero il datore di lavoro risulta a credito rispetto al fisco.
Se si verifica questa situazione, il datore di lavoro può recuperare tali somme in eccedenza tramite compensazione, utilizzando un modello F24 e un codice tributo specifico, il codice 6781. Ma vediamo nel dettaglio quando si può utilizzare e come funziona.
Quando si può usare il codice tributo 6781
Il codice tributo 6781 si può utilizzare solamente in un caso specifico, indicandolo all’interno di un modello F24 per richiedere una compensazione. A poterlo utilizzare sono i datori di lavoro, ovvero i sostituti di imposta, che versano ogni mese determinate somme in termini di stipendio, contributi e tasse, per i dipendenti.
La risoluzione n.9/E del 18 gennaio 2005 dell’Agenzia delle Entrate specifica che nel caso in cui il datore di lavoro vada a versare ritenute per il lavoro dipendente con importo maggiore rispetto alle trattenute effettive, può poi recuperare quanto versato in eccesso tramite compensazione.
Per farlo, si fa riferimento alla dichiarazione del datore di lavoro presentata tramite 770, e all’eccedenza dei versamenti delle ritenute sul lavoro dipendente e assimilati. Compilando il modello 770 può infatti emergere un credito specifico sulle imposte, che il datore di lavoro può recuperare con un modello F24 compilato inserendo il codice tributo 6781. Qui di seguito facciamo alcuni chiarimenti su questi aspetti.
Cos’è il modello 770
Quando si parla di modello 770 si fa riferimento a quel documento che viene usato dai sostituti di imposta, ovvero dai datori di lavoro, ma anche dalle Amministrazioni dello Stato, per dichiarare tutte le operazioni svolte che riguardano le ritenute effettuate e i versamenti eseguiti.
All’interno di questo documento vanno anche inserite altre informazioni importanti come i proventi da partecipazione, i crediti di imposta utilizzati, redditi di capitale e da operazioni di tipo finanziario, e dati su eventuali somme relative a pignoramenti presso terzi.
Queste informazioni vanno dichiarate allo stato tramite modello 770 ogni anno entro il 31 ottobre, in riferimento ai movimenti del mese precedente. A presentarlo possono essere diverse realtà, come le società di persone e di capitali, aziende familiari, condomini, enti commerciali e così via.
I datori di lavoro possono procedere con l’assistenza di intermediari abilitati, ma questo adempimento è obbligatorio per legge. Da qui è possibile che emergano dei crediti, che il sostituto di imposta può portare in compensazione con il modello F24.
Cos’è il modello F24
Il modello F24 invece è un documento che si deve compilare in Italia per versare tributi, contributi o altre somme di denaro relative a imposte di vario genere. Le Partite Iva ad esempio lo utilizzano per versare ogni anno le imposte dovute allo stato in base al reddito percepito, ma le società lo usano anche per pagare Ires, Irap e altri tipi di tasse.
Con questo documento, che oggi si può compilare facilmente anche online, è possibile andare a compensare eventuali crediti, che sono derivati dal calcolo effettuato con la presentazione del modello 770.
Tra questi crediti, si possono compensare quelli che riguardano l’eccedenza di versamento di ritenute in relazione ai dipendenti. Per farlo, si usa il codice tributo corrispondente a questa voce, ovvero il codice 6781.
Leggi anche: Modello F24: cos’è, come si paga, tipologie e compensazioni
Codice tributo 6781: come funziona
Il codice tributo altro non è che un codice composto da numeri che si riferisce, se inserito all’interno del modello F24, ad una precisa imposta, un tipo di adempimento, o un tipo di credito. In questo caso parliamo del codice tributo 6781, che l’Agenzia delle Entrate definisce come:
“Eccedenza di versamenti di ritenute di lavoro dipendente, assimilati e assistenza fiscale scaturente dalla dichiarazione del sostituto d’imposta – mod. 770 semplificato (risoluzione n. 9/E del 18 gennaio 2005”.
Il modulo fa riferimento alla sezione “Erario”, e nella sotto sezione “Imposte dirette – IVA – Ritenute alla fonte – altri tributi e interessi”: in questo caso l‘F24 va compilato inserendo il codice tributo 6781, l’anno di riferimento e gli importi a credito compensati. Se si ha un credito non va invece compilata la parte relativa agli importi a debito.
Inoltre lo stato permette al datore di lavoro di recuperare il credito in diversi modi, anche utilizzando altri tipi di codici tributo. Infatti si può indicare il codice 6782 per le ritenute da lavoro autonomo, e il codice 6783 per le ritenute su redditi da capitale.
Come funziona la compensazione del credito
Nello specifico, il sostituto di imposta può recuperare il credito tramite una compensazione orizzontale, ovvero per la copertura di una imposta da versare di tipo differente, con limite massimo di 2.000.000 euro, oppure una compensazione verticale, relativamente alla stessa imposta per cui si è cumulato il credito.
La compensazione termina quando effettivamente il credito è stato interamente usato dal beneficiario, e quindi non rimangono somme aggiuntive da utilizzare.
Ad oggi per tutte queste operazioni è possibile procedere telematicamente, anche in autonomia, tuttavia si consiglia sempre il parere o il supporto di un esperto.
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