Cosa succede se si invia una Certificazione Unica sbagliata all’Agenzia delle Entrate? Si possono correggere i dati errati inviati con una certificazione unica rettificativa entro 5 giorni dalla scadenza del 16 marzo.
Partiamo col ricordare che la CU (ex CUD) rappresenta il primo passo verso la dichiarazione dei redditi (730, Redditi Persone Fisiche e dichiarazione precompilata). Attraverso il modello CU il sostituto d’imposta (ad esempio il datore di lavoro per i lavoratori dipendenti) comunica all’Agenzia Entrate e al sostituito (es. dipendente) l’ammontare dei redditi riconosciuti a quest’ultimo in un nell’ultimo anno, nonché le ritenute fiscali applicate, le detrazioni e i bonus percepiti e una serie di altri dati. Grazie alle informazioni contenute nella Certificazione dei Redditi è possibile, comunicare i dati dei redditi per la precompilata, ma anche procedere alla liquidazione definitiva delle imposte con modello 730 o, a seconda dei casi, Redditi PF.
La scadenza per l’invio telematico della Certificazione Unica 2023 all’Agenzia delle Entrate, relativo al periodo d’imposta 2022, coincide con il 16 marzo 2023 fatta salva la possibilità per i soggetti obbligati alla trasmissione di sanare eventuale certificazione unica errata, inviando flussi di annullamento o rettifica senza incorrere in sanzioni. Alla stessa data la CU sintetica va consegnata dal datore di lavoro al dipendente.
Analizziamo quest’ipotesi in dettaglio.
Certificazione Unica sbagliata: cinque giorni di tempo per ritrasmettere la CU corretta
Il Provvedimento del Direttore dell’Agenzia Entrate del 14 gennaio 2022 numero 11169 afferma chiaramente al punto 7.3 che nei casi di errata trasmissione della certificazione, non si applica alcuna sanzione se la sostituzione o l’annullamento è effettuato entro i cinque giorni successivi la scadenza del 16 marzo.
Pertanto, non si incorre nella sanzione per omessa, tardiva o errata presentazione della CU (pari a 100 euro per ogni certificazione) se il modello correttamente inviato entro il 16 marzo 2023 è successivamente ritrasmesso (tramite annullamento o sostituzione di quello precedente) entro e non oltre il prossimo 21 marzo.
Sempre il Provvedimento del 14 gennaio precisa che in caso di scarto da parte della piattaforma dell’Agenzia:
- Dell’intero file contenente le comunicazioni, inviato entro il termine del 16 marzo, la sanzione non si applica se il soggetto obbligato “effettua un nuovo invio ordinario entro i cinque giorni successivi” (21 marzo);
- Di singole certificazioni uniche, inviate entro il termine, la sanzione non si applica a fronte di un ulteriore invio ordinario “contenente le sole certificazioni rettificate, entro i cinque giorni successivi allo stesso termine” (21 marzo) mentre non devono “essere ritrasmesse le certificazioni già accolte”.
Certificazione Unica rettificativa, come inviare la correzione dei dati
Nel rispetto del termine del 21 marzo 2023 l’invio della Certificazione Unica rettificativa segue la procedura ordinaria. L’unica particolarità che, all’interno del “Frontespizio” nel campo “Tipo di comunicazione”, si dovrà barrare la casella:
- “Annullamento” nell’ipotesi in cui si intenda compilare una nuova certificazione ed annullarne una già presentata;
- “Sostituzione”, per compilare una nuova certificazione (comprensiva delle modifiche).
Come evidenziato nelle istruzioni dell’AdE qualora si
“proceda alla sostituzione o all’annullamento di una certificazione già validamente trasmessa, è necessario predisporre una nuova ‘Comunicazione’; contenente esclusivamente le sole certificazioni da annullare o sostituire”.
Non è pertanto possibile ricomprendere, nel medesimo invio, Certificazioni Uniche ordinarie e Certificazioni Uniche da sostituire o annullare.
Cosa consegnare al percipiente?
Le Certificazioni Uniche si compongono di due modelli:
- Un modello “ordinario” da trasmettere in via telematica all’Agenzia Entrate entro il 16 marzo 2023 (eccezion fatta per le CU contenenti esclusivamente redditi esenti o non dichiarabili mediante la dichiarazione dei redditi precompilata, per le quali la scadenza per l’invio coincide con il 31 ottobre 2023;
- Un modello “sintetico” da consegnare ai sostituiti (lavoratori dipendente, collaboratori ed in generale coloro che hanno percepito le somme oggetto della CU) entro il 16 marzo 2023 ovvero entro 12 giorni dalla richiesta in caso di cessazione del rapporto.
Di conseguenza, nelle ipotesi di CU sbagliata, il soggetto obbligato all’invio dovrà consegnare al lavoratore interessato copia del modello “sintetico” rettificato ovvero segnalare che la Certificazione Unica precedentemente inviata è stata annullata.
CU sbagliata, cosa può fare il lavoratore?
Se è il lavoratore che, ricevendo una Certificazione Unica “sintetica” entro il 16 marzo, si accorge di un errore, è tenuto a darne immediata notizia al datore di lavoro.
Affinché questi (direttamente o tramite intermediario) possa inviare una CU rettificativa entro il termine del 21 marzo.
Certificazione Unica errata: quali sono gli errori più frequenti e come correggerli
Tra gli errori più frequenti (facilmente individuabili dal lavoratore) figurano:
- Codice fiscale del sostituito (lavoratore o collaboratore);
- Codici fiscali dei familiari a carico (coniuge, figli ed altri familiari);
- Domicilio fiscale al 1° gennaio 2022 e al 1° gennaio 2023.
Altri dati omessi, ad esempio:
- Trattamento integrativo ed ulteriore detrazione;
- Detrazioni da lavoro dipendente / assimilato, da pensione o da altri redditi;
- Detrazioni per figli e familiari a carico;
possono essere indicativi di un errore nell’elaborazione delle buste paga, come tale sanabile soltanto in sede di dichiarazione dei redditi.
Identica sorte anche per coloro che si accorgono, in Certificazione Unica, di aver percepito:
- Detrazioni per familiari a carico non richieste o per le quali aveva inoltrato formale rinuncia;
- Detrazioni per lavoro dipendente, da pensione o da altri redditi per le quali aveva inoltrato formale rinuncia;
- Trattamento integrativo o ulteriore detrazione per i quali aveva comunicato la rinuncia al sostituto d’imposta.
CU errata, cosa fare se non si può fare la correzione?
Le Certificazioni Uniche che per vari motivi non possono essere corrette riporteranno in dichiarazione dei redditi dati o valori che dovranno essere rettificati a cura del contribuente.
La dichiarazione dei redditi, inviata all’Agenzia Entrate a mezzo modello 730 o REDDITI Persone Fisiche, rappresenta la liquidazione definitiva delle imposte dovute dal contribuente per l’anno interessato.
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In quella sede potranno ad esempio essere:
- Rimborsati detrazioni e bonus non riconosciuti nei periodi di paga e non indicate in CU;
- Recuperate detrazioni e bonus non spettanti, comunque percepiti nei singoli periodi di paga ed indicati in Certificazione Unica