La riforma fiscale del governo Meloni introdurrà diverse novità che riguardano le imposte versate dai lavoratori e dalle imprese, ma anche gli adempimenti che i cittadini sono tenuti a portare a termine ogni anno. L’obiettivo è una ulteriore semplificazione delle procedure, per cui il governo intende portare avanti diverse misure per snellire ancora una volta gli obblighi fiscali.
Alcune semplificazioni riguarderanno le dichiarazioni dei redditi: verrà proposta una nuova precompilata per i lavoratori dipendenti e sarà introdotta una dichiarazione già compilata dal fisco anche per le Partite Iva. Oltre a questo, secondo le intenzioni del governo, arriveranno alcune novità sul calendario fiscale.
Alcune scadenze saranno anticipate per tutti i contribuenti, e le variazioni non riguarderanno solamente il 2024, ma anche l’anno successivo. Vediamo nello specifico in questo articolo cosa cambierà.
Dichiarazioni dei redditi entro il 30 settembre dal 2024
Una delle decisioni recenti a tema fiscale, riportata anche dal Comunicato Stampa del Consiglio dei Ministri n. 55 del 23 ottobre 2023, riguarda l’anticipo alla scadenza della dichiarazione dei redditi per ciò che è inerente i lavoratori autonomi e le imprese.
In particolare, il Modello Redditi dovrà essere presentato alla stessa scadenza del Modello 730, ovvero entro il 30 settembre di ogni anno. Questa scelta va a unificare due adempimenti che avevano un termine differente.
Cosa cambierà, nella pratica, per i contribuenti? Tutti i lavoratori, autonomi o dipendenti, avranno la medesima scadenza per procedere alla dichiarazione dei redditi, anche se avranno comunque modalità differenti, ovvero un Modello diverso con cui presentare queste informazioni.
Questa novità quindi riguarderà sia le persone fisiche che i soggetti giuridici, per cui dal prossimo anno per molte realtà la scadenza verrà anticipata di due mesi. Per chi ha una Partita Iva queste non sono le uniche novità previste per il prossimo anno. Inoltre, sono già state presentate delle proposte di ulteriori cambiamenti per l’anno successivo, ovvero il 2025.
Dichiarazioni dei redditi: prospettive 2025
Anche nel 2025 arriveranno alcuni cambiamenti a proposito delle dichiarazioni dei redditi, salvo modifiche nel prossimo futuro. In particolare, verrà dato più tempo per presentare queste informazioni reddituali. Attualmente infatti l’Agenzia delle Entrate apre il periodo della presentazione delle dichiarazioni a maggio.
Dal 2025 questa data sarà anticipata, e sarà già possibile presentare tutti i dati dell’anno di imposta di riferimento da aprile. Da aprile a settembre 2025 tutti i contribuenti avranno tempo per procedere con questo adempimento.
Nel 2025 potrebbero tuttavia arrivare anche ulteriori novità, visti gli obiettivi di semplificazione e digitalizzazione che il governo sta perseguendo a proposito degli adempimenti di legge.
Semplificazione dichiarazioni dei redditi
Un altro punto importante portato avanti dalla riforma del sistema fiscale riguarda la semplificazione delle modalità di presentazione della dichiarazione dei redditi. Già quest’anno abbiamo assistito alla possibilità di presentare le dichiarazioni reddituali online, in modo semplificato grazie alla precompilata.
Questa modalità ha riguardato lavoratori dipendenti e pensionati, tuttavia già dal 2024 verrà introdotta anche per chi ha una Partita Iva. In sostanza, le novità di semplificazione riguarderanno questi aspetti:
- Introduzione di una precompilata semplificata per dipendenti e pensionati: si ipotizza un ulteriore snellimento della dichiarazione, tramite Modello 730 semplificato;
- Introduzione di una precompilata specifica per chi ha una Partita Iva: questo nuovo strumento consentirà agli autonomi e a chi percepisce redditi differenti da quelli di lavoro dipendente o pensione di procedere online alla dichiarazione.
Le precompilate contengono già diversi dati relativi al contribuente, per cui per tutti sarà possibile verificare, per confermare o correggere, queste informazioni prima di inviare il documento definitivo al fisco.
Una ulteriore novità riguarderà l’invio delle informazioni che riguardano le spese mediche al Sistema Tessera Sanitaria, per predisporre queste precompilate. Questo invio di dati dovrà infatti essere effettuato ogni sei mesi. Su questo punto tuttavia si attendono ancora delle specifiche.
Calendario fiscale 2024: tutte le date
Alla luce dei recenti cambiamenti, facciamo chiarezza su quale sarà il calendario fiscale per gli adempimenti che riguardano le dichiarazioni, per il 2024 e per il 2025:
- Dichiarazioni 2024: si potranno presentare il Modello 730 o il Modello Redditi dal primo giorno di maggio al 30 settembre 2024, anche tramite modalità precompilata;
- Dichiarazioni soggetti Ires 2024 e 2025: in questo caso la presentazione cadrà al nono mese successivo al termine del periodo di imposta;
- Dichiarazioni 2025: si potranno presentare il Modello 730 o il Modello Redditi dal primo giorno di aprile al 30 settembre 2025;
- Dichiarazione precompilata 2025: sarà disponibile solo dal 30 aprile.
A grandi linee queste sono le prime indicazioni sulle tempistiche per la presentazione delle dichiarazioni reddituali, a cui si affiancano altre novità interessanti, come lo snellimento delle dichiarazioni IVA e Irap.
Acconto Irpef: calendario scadenze
A questo calendario fiscale vanno anche aggiunte le modifiche che riguarderanno i versamenti delle imposte, che per le Partite Iva slitteranno per ciò che riguarda l’acconto, da novembre a gennaio. In alternativa questi acconti si potranno dilazionare in cinque rate, in modo da rendere più flessibile il pagamento.
In particolare, va fatta una distinzione tra coloro che hanno redditi superiori a 170.000 euro e coloro che percepiscono invece dei ricavi inferiori. Il secondo acconto Irpef potrà essere versato in questo modo:
- Redditi che superano 170.000 euro: entro il 30 novembre 2023;
- Redditi che sono inferiori a 170.000 euro: entro il 16 gennaio 2024, in un unico versamento oppure in 5 rate.
I redditi di riferimento in entrambi i casi sono quelli del 2022. Questa modifica sarà attiva per quest’anno, ma il governo ha proposto l’ipotesi di introdurla in modo strutturale anche per i prossimi anni.