La TARI ‘Tassa sui Rifiuti’ consiste nell’imposta con la quale i contribuenti, di fatto, finanziano i costi del servizio di raccolta e smaltimento della spazzatura. Questo tributo locale viene pagato da chi occupa fisicamente l’immobile oppure, nell’ipotesi in cui questo sia sfitto, da chi ha su esso il diritto di proprietà. Inoltre ricordiamo che ciò che si paga con la TARI non è la produzione effettiva di rifiuti, ma la mera possibilità di produrli – dimorando nell’immobile soggetto a questa tassa.
Forse non tutti sanno che anche per il 2024 è previsto un bonus TARI, che può comportare la riduzione o l’esenzione dal versamento dell’importo. L’agevolazione è stata prevista dalla legge nazionale qualche anno fa come misura di carattere generale ma – contrariamente a ciò che si potrebbe pensare – la possibilità di ottenerla, al momento, è solo sulla carta, o meglio è legata alla discrezionalità del singolo Comune.
Vediamo perché.
Bonus TARI 2024: non è obbligatorio, ma discrezionalmente attribuito dai Comuni. Cosa significa?
Come appena accennato, oggi non c’è una agevolazione TARI operativo, o obbligatorio, su scala nazionale. Se da un lato, la norma che ha lanciato l’agevolazione risale ad alcuni anni fa, dall’altro non è stato ancora emanato il provvedimento con le regole di dettaglio per il pieno funzionamento del beneficio.
In particolare, ci riferiamo al decreto legge n. 124/2019 che, attraverso il comma 2 dell’articolo 57-bis, ha attribuito ad ARERA il ruolo di garantire agli utenti domestici – in stato di disagio economico – l’accesso alla fornitura del servizio a condizioni tariffarie agevolate, con sconto o esenzione totale.
In altre parole non esiste, se non su carta, uno sconto TARI 2024 attivo su base nazionale. Mancando infatti il decreto attuativo con principi, criteri e modalità per l’accesso e la gestione dell’agevolazione, che spetterebbe all’autorità ARERA, sono i singoli enti locali a varare – a loro discrezione – l’agevolazione sulla TARI.
Il DPCM mai varato per l’attuazione del Bonus TARI
Teoricamente, le condizioni di accesso sono le stesse già operative per i bonus sulle bollette luce, gas e acqua, le quali tengono conto della composizione del singolo nucleo familiare, del numero dei figli a carico e, soprattutto, dell’ISEE in corso di validità.
Ma, come detto, si tratta di requisiti finora confinati al terreno della mera programmazione normativa. La norma di cui al decreto legge del 2019 indicava infatti l’esigenza di un apposito DPCM, su proposta del Ministero del Lavoro, dell’Ambiente e dell’Economia, finora mai varato e pubblicato.
In particolare, nel sito web ufficiale del Dipartimento per il Programma di Governo si può leggere lo stato ‘non adottato’ in riferimento al provvedimento attuativo recante:
Principi e criteri per l’accesso degli utenti domestici che si trovino in condizioni economico-sociali disagiate alla fornitura del servizio di gestione integrato dei rifiuti urbani e assimilati a condizioni tariffarie agevolate.
Da notare altresì che il provvedimento in oggetto avrebbe natura parlamentare.
Qual è il ruolo dei Comuni
Ecco perché, anche nel 2024, sono i singoli enti locali a decidere se disporre, o meno, l’attribuzione del bonus in oggetto – sulla scorta di limiti e requisiti ISEE non così diversi da quelli già previsti per le agevolazioni e sconti sulle bollette luce e gas.
Questo d’altronde appare conforme con la personalità giuridica di ogni Comune, ossia l’ente locale che rappresenta la propria comunità, ne cura gli interessi e ne promuove lo sviluppo.
In altre parole, per ciò che attiene alle riduzioni o esenzioni dal versamento della tassa sui rifiuti dovuta per l’anno in corso – cd. bonus TARI – mancando una disciplina attuativa di rango nazionale saranno le disposizioni specifiche e discrezionali – incluse nei regolamenti dei Comuni – ad avere voce in capitolo.
Lo abbiamo accennato sopra: da anni si è in attesa di un DPCM attuativo per la piena gestione da parte dell’Autorità di Regolazione per Energia Reti e Ambiente ma – in assenza di esso – i singoli enti locali hanno avuto e avranno piena discrezionalità nel disporre in merito.
Alcuni esempi delle distinte previsioni
Per capire un po’ meglio come stanno le cose a livello locale, possiamo citare il caso del comune di Milano, in cui le esenzioni TARI sono sì previste ma secondo una regolamentazione che non rinvia in nessun modo alla normativa nazionale. Nella città lombarda troviamo piuttosto agevolazioni e sconti, per titolari di pensioni minime o nullatenenti.
A Roma, invece, la richiesta di bonus TARI poteva essere presentata entro la fine dello scorso mese. Era in gioco un possibile esonero dal versamento, ma solo per i membri di nuclei familiari entro la soglia ISEE pari a 6.500 euro annui.
Anche nel vicino Comune di Fiumicino vi sono autonome regole legate all’ISEE – entro i 25mila euro annui – e alla presenza nel nucleo di un membro con disabilità grave o non autosufficienza, oppure alla presenza di una persona con almeno 65 anni di età o monoreddito (e soglie ISEE differenti). Qui il termine per la presentazione delle domande è fissato al 15 marzo prossimo.
Altri Comuni hanno, invece, disciplinato lo sconto sulla tariffa della tassa della spazzatura, applicando limiti e requisiti già visti per il bonus sull’energia e per i fruitori del nuovo Assegno di inclusione. Di fatto, in qualche modo, hanno ricalcato le regole generali di cui alla norma nazionale del 2019 (pur senza ancora il decreto attuativo).
Ricordiamo altresì che, a causa delle difficoltà legate all’emergenza Covid, nel 2020 l’ARERA pubblicò suoi specifici criteri per la concessione di agevolazioni in campo di tasse sui rifiuti, per famiglie e imprese. Si tratta di disposizioni che ‘esulano’ però da quanto previsto dal suddetto decreto legge del 2019. Alcuni Comuni che hanno adottato agevolazioni nei propri regolamenti, hanno preferito rifarsi a questa normativa di carattere urgente ed emergenziale.
Come verificare se si ha diritto al bonus TARI?
Concludendo, i cittadini con ISEE e condizioni economiche precarie avrebbero tutto l’interesse a sapere, nell’immediato, se hanno accesso a sconti o esenzioni – comprese in uno sconto TARI eventualmente operativo a livello comunale.
Ebbene, per saperne di più, dovranno rivolgersi direttamente agli uffici pubblici locali oppure consultare i regolamenti previsti dai singoli Comuni, servendosi dei loro siti web ufficiali ed usando il motore di ricerca interno che permetterà di visionare un eventuale regolamento a riguardo.
Ribadiamo infatti che se a livello locale possono essere fissati i requisiti specifici per beneficiare dell’agevolazione TARI, all’oggi detta misura non riveste carattere obbligatorio.