Il Bonus Renzi 2019, tecnicamente bonus irpef 80 euro in busta paga è confermato anche per l’anno in corso. Da premettere che continuiamo a chiamarlo in questo modo, non per motivi politici, ma solo per comodità, visto che ancora oggi è ricordato per il capo del Governo che lo ha introdotto. Infatti che è stato introdotto a regime dall’anno 2015 e non deve essere prorogato anno per anno.
La vecchia Legge di Bilancio 2018 aveva introdotto alcune novità rispetto alle fasce di reddito entro le quali spetta il Bonus 80 euro, che sono rimaste invariate anche per il 2019. In questa guida vediamo come funziona, a chi spettano gli 80 euro, quali sono i requisiti per ottenere il bonus, i limiti di reddito da rispettare e i casi in cui il bonus IRPEF va invece restituito. Vogliamo inoltre ricordare come rinunciare alle 80 euro in busta paga, se si presume di non averne diritto.
Bonus Renzi: a chi spetta
Quest’anno non ci sono novità rispetto allo scorso anno, tuttavia è bene rinfrescare le variazioni apportate dalla scorsa manovra. La principale novità del Bonus Renzi 2018 riguardava infatti i limiti massimi di reddito oltre i quali il bonus spetta in maniera proporzionale oppure non spetta proprio. L’art. 1 comma 132 della Legge 205/2017 stabilisce che:
- il bonus 80 euro per 960 euro annuali spetta per reddito complessivo lordo fino ai 24.600,00 euro;
- il bonus irpef è ridimensionato per i contribuenti con reddito compreso tra i 24.600 euro ed i 26.600 euro;
- non spetta infine per redditi superiori ai 26.600 euro e per redditi inferiori agli 8.174 euro.
Hanno diritto alle 80 euro Renzi in busta paga tutti i lavoratori dipendenti sia del settore privato che pubblico, sia chi percepisce redditi assimilati al lavoro dipendente come:
- i soci lavoratori delle cooperative;
- i disoccupati che percepiscono prestazioni INPS come disoccupazione, mobilità e cassa integrazione a pagamento diretto;
- i co.co.co. e co.co.pro.;
- i lavoratori socialmente utili.
Bonus IRPEF, NASPI
Il bonus 80 euro spetta anche ai disoccupati indennizzati, cioè ai percettori di NASpI 2019, ma anche di mobilità e cassa integrazione. Sarà l’INPS in questo caso a fare il calcolo e a procedere alla liquidazione.
Bonus 80 euro: come funziona
Tecnicamente come funziona il bonus 80 euro? Si tratta di un beneficio economico di 960 euro annui, riproporzionati ai giorni di lavoro, erogato mensilmente direttamente in busta paga. Il bonus è legato al reddito del soggetto beneficiario, cioè si ha diritto al bonus a patto che i redditi complessivi rientrino in determinate soglie di reddito.
In particolare il bonus irpef spetta se il reddito del singolo lavoratore è inferiore a 26 mila euro lordi. Viceversa non troverà il bonus di 80 euro in busta paga il lavoratore che ha un reddito inferiore a 8000 euro lordi. Nella fascia di reddito fra i 24.600 e i 26.600 (fino al 2017 erano 24.000 e 26.000) euro invece il bonus viene ridotto proporzionalmente. Il quindi bonus ammonta a:
- bonus Renzi 80 euro pieno: per reddito complessivo fra 8174 e 24.600 euro lordi;
- bonus 80 euro ridotto: se il reddito complessivo è superiore a 24.600 euro ma non a 26.600 euro il bonus spetta per la parte corrispondente al rapporto tra l’importo di 26.600 euro, diminuito del reddito complessivo, e l’importo di 2.000 euro.
- il bonus IRPEF non spetta oltre il 26.600 euro di reddito lordo annui.
Restituzione del bonus Renzi
Dopo aver visto a chi spettano gli 80 euro vediamo anche i casi in cui questo deve essere restituito. Il bonus annuo spettante sarà meno di 960 euro nei contratti a tempo determinato, in quanto riproporzionato ai giorni di lavoro. Il Bonus 80 euro per i part-time invece sarà pieno in quanto non contano le ore giornaliere, ma i giorni di durata del rapporto di lavoro.
Bisogna comunque stare attenti, sia in caso di contratto a termine che di part-time in quanto è necessario superare la soglia di 8174 euro lordi per aver diritto al bonus.
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Allo stesso modo occhio ai redditi aggiuntivi, cioè se il reddito da lavoro dipendente rientra nei 26600 lordi annui, ma si hanno altri redditi come case in affitto o secondi lavori, il bonus andrà anche in questo restituito.
Visto che il bonus di 80 euro in busta paga si ottiene automaticamente, senza alcuna richiesta dal lavoratore, potrebbe capitare di percepirlo e poi di doverlo restituire in fase di conguaglio del reddito, ovvero a fine anno o in dichiarazione dei redditi.
Come rinunciare alle 80 euro in busta paga
Per evitare la spiacevole restituzione del bonus Renzi, nel caso in cui il lavoratore abbia il sospetto di non rientrare nel reddito (sia troppo alto che troppo basso), può presentare al datore di lavoro una domanda di esclusione dal bonus.
In ogni caso, se a fine anno, facendo i conti ne avrà diritto, potrà sempre richiederlo successivamente in fase di dichiarazione dei redditi.
Bonus di 80 euro in busta paga: contratti a termine, esempio
Bisogna riproporzionare il bonus di 960 € ai giorni di calendario della durata del rapporto di lavoro a termine: x:960=y:365 (dove x è l’importo spettante è y sono giorni di calendario della durata del rapporto di lavoro) e poi rapportare il bonus ai giorni di calendario del mese di riferimento.
Es.: rapporto di lavoro dal 7 gennaio 2015 al 18 ottobre 2015 pari a 284 gg di calendario (con reddito che rientra nelle soglie):
- il bonus Irpef totale spettante è x:960=284:365 ovvero x=(960*284)/365 quindi 747 €;
- nel mese di febbraio il bonus spettante sarà: 747/365*28= 57,30 €.