Debutta il CIN, il Codice Identificativo Nazionale, che può essere chiesto in via sperimentale in Puglia e che, gradatamente, coinvolgerà tutta l’Italia. Scatta a tutti gli effetti, quindi, questa importante novità che coinvolge gli affitti brevi e che era stata introdotta attraverso il Decreto Anticipi. A seguito dell’intesa della conferenza Stato-Regioni sul decreto, con il quale sono state definite le regole di interoperabilità della Banca dati nazionale delle strutture ricettive e degli immobili in locazione breve e per finalità turistica (BDSR), prende il via questo nuovo importante adempimento.
Da tenere sotto controllo, ora come ora, è la pubblicazione dell’avviso di attivazione della piattaforma nazionale sulla Gazzetta Ufficiale: dal momento che sarà reperibile in GU, scatteranno anche le eventuali sanzioni.
Ma entriamo nel dettaglio e scopriamo cosa sta accadendo e come funziona il CIN.
Affitti brevi, debutta il CIN
La richiesta del CIN, ossia il Codice Identificativo Nazionale, è un passaggio obbligatorio per chi vuole dare in locazione degli immobili sfruttando gli affitti brevi. L’obbligo, a ogni modo, è subordinato all’attivazione della piattaforma necessaria per poter richiedere il codice.
Ma come funzionerà, in estrema sintesi, la novità? La procedura di richiesta del CIN si articola, sostanzialmente, in due diversi momenti:
- alle ore 9 di lunedì 3 giugno 2024 prende il via la fase sperimentale. La novità parte dalla Puglia;
- successivamente è prevista una fase a regime.
Il Ministero del Turismo ha reso noto che comunicherà l’attivazione del servizio nelle altre regioni e province man mano che verrà attivato. Fino a quando, progressivamente, il servizio verrà esteso in tutta Italia.
Il CIN per gli affitti brevi cambierà definitivamente di passo dopo la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale dell’avviso di attivazione della procedura su scala nazionale. Dopo 60 giorni dalla pubblicazione in GU renderà obbligatoria, a tutti gli effetti, la pratiche. Chi, infatti, non assolve gli obblighi previsti è soggetto a delle sanzioni, che possono arrivare fino a 8.000 euro.
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Affitti brevi, come funziona il CIN
A tratteggiare il funzionamento del CIN è stato il Decreto Anticipi, collegato alla Legge di Bilancio. Il Codice Identificativo Nazionale, si applica alle locazioni turistiche e costituisce una delle novità più importanti relative agli affitti brevi.
Ma entrando nello specifico, come funziona il CIN? Questo codice verrà rilasciato direttamente dal Ministero del Turismo attraverso una procedura automatizzata. Il titolare della struttura ricettiva deve presentare un’istanza telematica, fornendo i dati catastali della struttura turistico-ricettiva. Nel caso in cui l’attività sia svolta in forma imprenditoriale, deve fornire anche le indicazioni relative ai requisiti di sicurezza degli impianti.
Il CIN e i dati relativi agli immobili vengono trasmessi a una banca dati nazionale, che diventerà, in questo modo, un enorme database contenente le informazioni relative alle strutture turistiche presenti in Italia.
Può capitare che una determinata unità immobiliare sia già in possesso di un determinato codice identificativo locale. A questo punto sarà responsabilità dell’ente territoriale di competenza – la Regione, la Provincia Autonoma o il Comune – la ricodificazione dei codici identificativi, che erano stati assegnati a suo tempo. Verrà aggiunto, molto semplicemente, un codice alfanumerico fornito direttamente dal Ministero del Turismo.
CIN, come si ottiene
Il proprietario di casa, per ottenere il CIN, deve presentare una dichiarazione sostitutiva, attraverso la quale renda noti i dati catastali dell’immobile. Effettuare questa operazione è molto importante: serve a garantire la trasparenza e la regolarità degli immobili dati in locazione.
Ricordiamo, infatti, che per poter dare in locazione attraverso gli affitti brevi degli immobili questi devono essere dotati di dispositivi per rilevare i gas combustibili e del monossido di carbonio. Ma non solo: devono essere presenti degli estintori portatili a norma di legge, che devono essere posizionati in punti accessibili e ben visibili in ogni momento.
È importante esporre il CIN all’esterno dello stabile nel quale è collocato l’appartamento. O la struttura che viene data in locazione. A ogni modo deve essere assicurato il rispetto di eventuali vincoli urbanistici e paesaggistici. È obbligatorio, inoltre, indicare il CIN in ogni annuncio pubblicato. Gli intermediari immobiliari e quanti gestiscono dei portali telematici sono obbligati a indicare il CIN nelle unità offerte.
Le sanzioni previste
Come abbiamo anticipato in precedenza l’obbligo del CIN scatta dopo 60 giorni dalla pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale dell’entrata in funzione della banca dati nazionale. A quel punto chi non dovesse rispettare l’obbligo del codice può andare incontro alle seguenti sanzioni:
- i locatori privi di CIN risultano essere soggetti a una sanzione che varia da un minimo di 800 ad un massimo di 8.000 euro;
- quanti non dovessero esporre il CIN sono soggetti ad una sanzione che oscilla tra i 500 e i 5.000 euro;
- nel caso in cui dovessero mancare i requisiti di sicurezza, i gestori possono andare incontro a sanzioni che oscillano tra i 600 e i 6.000 euro.