Lo strumento della cooperative compliance messo a disposizione dal fisco ai contribuenti cambierà volto, con la riforma fiscale. Attualmente lo schema del decreto legislativo è al vaglio al Consiglio dei Ministri e presto verranno rese definitive le decisioni intorno alle novità sull’adempimento collaborativo.
Per chi non lo conoscesse, questo strumento permette ai contribuenti di avviare un rapporto di fiducia con le amministrazioni fiscali intorno alle questioni di rischio. Per intenderci, si tratta di uno strumento che facilita la trasparenza tra cittadini e fisco su situazioni che possono facilmente portare ad evasione anche non volontaria.
Questo strumento generalmente si rivolge a tutte quelle attività che generano una grande quantità di ricavi, tuttavia il limite di guadagni per potervi accedere diminuirà con le prossime decisioni in CdM. Ma vediamo nel dettaglio cos’è l’adempimento collaborativo e cosa cambierà con la riforma fiscale.
Cos’è l’adempimento collaborativo
Si chiama regime di cooperative compliance, o adempimento collaborativo, quello strumento messo a disposizione dal fisco italiano per facilitare i rapporti con le attività che hanno un elevato grado di rischio intorno al versamento dei vari tributi allo Stato.
Questo regime è stato proposto inizialmente con il decreto legislativo 128/2015, per cui è in vigore da diversi anni. Consente alle imprese o attività in generale, di grande dimensione, di rivolgersi al fisco anche in via preliminare per individuare le situazioni soggette ad un rischio fiscale più elevato.
Uno strumento di questo tipo garantisce una maggiore trasparenza tra l’Agenzia delle Entrate e l’impresa di grande dimensione, poiché la situazione viene monitorata dalle parti in modo costante nel tempo, sia in una fase preventiva, che successiva.
Il contribuente può quindi decidere in modo volontario di aderire a questo strumento, portando alla luce quelle che possono essere situazioni maggiormente esposte al rischio evasione. Attualmente questo strumento prevede specifici requisiti per l’accesso, oltre a consentire diversi premi alle imprese virtuose.
Cooperative compliance nella riforma fiscale: le novità
Andiamo ora a vedere come cambierà questo strumento e quali novità verranno apportate con la riforma fiscale, che saranno di rilevanza per le imprese e i contribuenti italiani. Le novità verranno introdotte a seguito della Convocazione del Consiglio dei Ministri n.59 per il 16 novembre 2023, tra i diversi punti trattati:
“SCHEMA DI DECRETO LEGISLATIVO: Disposizioni in materia di adempimento collaborativo ai sensi dell’articolo 17 della legge 9 agosto 2023, n. 111 – ESAME PRELIMINARE (ECONOMIA E FINANZE.”
Cosa contiene lo schema di decreto
Lo schema del decreto discusso in CdM contiene diverse novità sul piano fiscale per chi aderisce all’adempimento collaborativo, che elenchiamo qui di seguito:
- Maggiori controlli preventivi, per diminuire il numero delle verifiche in una fase successiva: in questo modo si snellirebbero le procedure e si eviterebbero importanti sanzioni alle aziende;
- I soggetti interessati allo strumento fiscale dovranno avere un sistema certificato di controllo del rischio fiscale, andando a coinvolgere anche professionisti come avvocati o commercialisti per la certificazione;
- Modifica al limite minimo di ricavi per accedere alla cooperative compliance: si parla di una soglia abbassata a 750 milioni di euro contro l’attuale limite di un miliardo di euro. L’obiettivo sarebbe quello di abbassare ulteriormente la soglia, per consentire l’ingresso ad una più ampia platea di contribuenti, anche negli anni a venire;
- Potranno rientrare nella cooperative compliance anche situazioni precedenti rispetto al momento in cui è stato attivato questo strumento;
- Verranno introdotte nuove forme di contradditorio preventivo;
- Riduzione delle sanzioni amministrative: attualmente i contribuenti che aderiscono a questo tipo di strumento fiscale possono ottenere sanzioni dimezzate in caso di violazioni, mentre con il nuovo decreto potrebbero essere del tutto azzerate. Questo non sarà comunque possibile in caso di condotte fraudolente considerate gravi;
- Introduzione di un nuovo codice di condotta che vada a regolamentare diritti e doveri sia dell’Amministrazione che dei contribuenti;
- Periodo transitorio di osservazione stabilito per le violazioni fiscali meno gravi, per uscire dal regime di adempimento collaborativo.
Queste sono le principali novità attese per lo strumento della cooperative compliance, che vede sostanzialmente una semplificazione delle operazioni e consente l’accesso ad una più vasta platea di contribuenti, riducendo anche le conseguenze sanzionatorie collegate alle situazioni di rischio.
Concordato preventivo biennale con la riforma fiscale
Insieme a questo strumento, ricordiamo che è anche previsto dal fisco il concordato preventivo biennale, che permette di stabilire in anticipo l’entità delle imposte da pagare, accedendo a due anni senza controlli. Questa soluzione è riservata alle partite Iva e i soggetti ISA di piccole dimensioni, al contrario della cooperative compliance.
Questa possibilità viene tuttavia proposta direttamente dall’Agenzia delle Entrate, agli autonomi residenti in Italia con indice di affidabilità fiscale di almeno 8 punti, senza debiti fiscali superiori a 5.000 euro e con le ultime tre dichiarazioni dei redditi presentate in modo regolare.
A partire dal 2024 questo strumento sarà disponibile anche a chi aderisce al regime fiscale forfettario, tuttavia sarà l’Agenzia delle Entrate a predisporre la proposta per i contribuenti, che potranno aderirvi entro il 31 luglio 2024.
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Chi potrà accedere all’adempimento collaborativo
Vediamo nel dettaglio chi potrà accedere all’adempimento collaborativo con l’Agenzia delle Entrate successivamente all’approvazione del nuovo decreto. Teniamo in considerazione che per il momento si possono fare solo delle ipotesi, perché si attende l’approvazione definitiva dell’intervento.
I requisiti attualmente applicati sono i seguenti:
- Soggetti residenti e non, con stabile organizzazione in Italia, che hanno un volume di ricavi di almeno 1 miliardo di euro. Questa soglia verrà abbassata secondo la proposta a 750 milioni;
- Soggetti che rispettano il requisito visto prima e che hanno presentato un’istanza di adesione al Progetto pilota sul Regime di Adempimento Collaborativo;
- Imprese che rispondono all’Agenzia delle Entrate all’istanza di interpello sui nuovi investimenti, indipendentemente dal volume di ricavi;
- Soggetti che fanno parte del Gruppo IVA di imprese già ammesse a questo strumento, indipendentemente dal volume di ricavi.
Il nuovo decreto aumenterà di fatto quella che è l’attuale lista degli aderenti all’adempimento collaborativo, e andrà a diminuire le sanzioni in caso di mappatura preventiva e comunicazione dei rischi fiscali.