I Caf o i professionisti abilitati che prestano assistenza fiscale sul modello 730 ordinario o precompilato, sono tenuti ad apporre il visto di conformità. Visto, con il quale viene attestata la correttezza e la veridicità dei dati riportati in dichiarazione.
Ecco in chiaro quali sono i controlli posti in essere da chi presta assistenza fiscale e le sue responsabilità in caso di apposizione di un visto di conformità infedele. Anche il contribuente può essere chiamato a rispondere degli errori commessi dal proprio consulente.
Visto di conformità sul modello 730: cos’è e come funziona
L’apposizione del visto di conformità è finalizzata ad attestare la veridicità e la correttezza dei dati riportati nel dichiarativo. Dati desumibili soprattutto dai documenti presentati dal contribuente.
Il Caf o il professionista è chiamato ad effettuare specifici controlli su agevolazioni quali detrazioni, deduzioni, crediti d’imposta ecc. Controlli che possono essere individuati come da tabella successiva.
Ritenute subite | Corrispondenza con i dati riportati nelle certificazioni uniche. |
Detrazioni d’imposta | Corrispondenza con la documentazione presentata dal contribuente e con i precedenti dichiarativi ( si pensi alle spese di ristrutturazione suddivise in più anni) |
Deduzioni | |
Crediti d’imposta |
Il contribuente rimane però unico responsabile sulla correttezza degli elementi reddituali dichiarati ( ad esempio l’entità dei redditi da fabbricati conseguiti) e sul possesso dei requisiti soggettivi dal lui attestati per accedere a detrazioni, deduzioni ecc. Si pensi ad esempio alla detrazione per gli interessi pagati sul mutuo 1° casa.
Leggi anche: Come accedere al 730 precompilato 2020 online dal 5 maggio
In linea generale, laddove vi è corrispondenza tra il dichiarativo e la documentazione esibita dal contribuente non si configura alcuna responsabilità per colui che ha prestato assistenza fiscale.
Modello 730, visto di conformità: spese suddivise in più anni
Ai fini dell’apposizione del visto di conformità. particolare attenzione merita il trattamento delle spese per le quali spetta un’agevolazione da suddividere in più anni. Si pensi ad esempio alle spese di ristrutturazione o di risparmio energetico.
In tale caso, il controllo da parte del CAF deve essere effettuato anno per anno; laddove sia già in possesso della documentazione attestante la spesa e la spettanza dell’agevolazione, non è necessario richiederla nuovamente al contribuente.
Visto infedele: responsabilità per Caf e contribuente per la sua apposizione
In caso di apposizione di un visto di conformità infedele, colui che ha prestato assistenza fiscale, è tenuto al pagamento di un importo a titolo di sanzione, pari al 30% della maggiore imposta evasa dal contribuente. Rimangono invece a carico di quest’ultimo gli interessi e la maggiore imposta contestata dal Fisco.
Detto ciò, laddove il Caf ( o il professionista) decida di presentare una dichiarazione rettificativa ovvero, se il contribuente si rifiuta di presentare la nuova dichiarazione, una comunicazione dei dati relativi alla rettifica, sarà possibile versare la sanzione del 30% ricorrendo al ravvedimento operoso, art. 13 D.lgs 472/1997.
Tale possibilità, è ammessa solo laddove l’infedeltà del visto non sia già stata contestata dal Fisco con la comunicazione di cui all’art.26 comma 3-ter del D.M. 164/1999. Laddove nel frattempo sia intervenuta tale comunicazione, il CAF può pagare, entro 60 giorni dalla sua ricezione, la sanzione dovuta comunque ridotta a 2/3.
Cosa | Apposizione viso di conformità infedele |
Come rimediare ? | Dichiarazione rettificativa o comunicazione dei dati relativi alla rettifica, versamento della sanzione del 30% in ravvedimento se l’infedeltà non è stata già contestata. |
Dichiarazione rettificativa | Con l’assenso del contribuente |
Comunicazione dei dati relativi alla rettifica | Se non vi è l’assenso del contribuente |
Il fatto che il contribuente non intende presentare la dichiarazione rettificativa può essere provato attraverso la comunicazione al contribuente tramite raccomandata, e-mail o altro del sollecito a presentare una nuova dichiarazione. Non è necessario dimostrare l’esplicito diniego del contribuente.
Visto infedele e dichiarazione rettificativa
Come in parte anticipato sopra, se colui che ha prestato assistenza fiscale si accorge di errori che hanno comportato l’apposizione di un visto di conformità infedele può, con l’assenso del contribuente presentare apposta dichiarazione rettificativa (dichiarazione del contribuente)mediante il modello 730 relativo al periodo d’imposta da rettificare.
Così ad esempio se si deve rettificare il periodo d’imposta 2017 si ricorrere al 730/2018, se si deve rettificare il periodo d’imposta 2018 si ricorrere al 730/2019.
Se la dichiarazione di rettifica corregge:
- sia errori che comportano l’apposizione di un visto infedele,
- sia errori che non comportano l’apposizione di un visto infedele,
il Caf(o il professionista) è tenuto sempre a pagare la sola sanzione del 30% ravvedibile.
Per la modifica dei redditi dichiarati, deve essere presentata la sola dichiarazione del contribuente e non può essere utilizzata la comunicazione dei dati relativi alla rettifica (circolare Agenzia delle entrate n° 13/2019).
La dichiarazione dei redditi rettificativa: indicazioni operative
Dal punto di vista pratico, presentata il 730 rettificativo con l’assenso del contribuente, il Caf paga la sanzione del 30% in ravvedimento e consegna al contribuente l’F24 per pagare la maggiore imposta e gli interessi maturati.
In tal modo, il Caf è liberato da qualsivoglia responsabilità e l’eventuale omesso o carente versamento di imposta e interessi da parte del contribuente deve essere a questi imputati.
In base a quanto detto finora, l’infedeltà del visto si considera sanata:
- con la presentazione della dichiarazione di rettifica ( o con la comunicazione dei dati rettificativi);
- il pagamento della sanzione in ravvedimento da parte dei chi ha prestato assistenza fiscale;
- il pagamento della maggiore imposta ed interessi in capo al contribuente.
Adempimenti da attuare prima che l’infedeltà del visto sia stata contestata dall’Agenzia delle entrate.