Il 25 aprile o Festa della Liberazione è una festa nazionale della Repubblica Italiana, istituita con Legge 260/1949 per celebrare l’anniversario della liberazione d’Italia dal nazifascismo.
Ma quindi il 25 aprile è festa o si lavora? La risposta non è univoca in quanto è vero che non si tratta di un giorno feriale, ma di un giorno festivo segnato in rosso sul calendario, e pertanto non lavorativo. Tuttavia il tipo di lavoro, oppure gli accordi con il datore di lavoro possono prevedere che si lavori anche in alcuni festivi. Come per le altre festività civili quindi i lavoratori dipendenti troveranno questa giornata indicata nel cedolino paga e le cose cambiano a seconda del CCNL, che si tratti di impiegati o operai e infine se si lavora nel festivo.
Vediamo allora come viene computata la festività del 25 aprile 2024 in busta paga, ma prima di passare a questa ricorrenza specifica e al suo computo nella retribuzione riepiloghiamo in breve quali sono le festività civili e religiose in Italia.
Festività civili e religiose in Italia
Le festività civili e religiose in Italia, comuni a tutti i lavoratori sono:
- festività civili nazionali
- 25 aprile, Festa della Liberazione
- 1 maggio, Festa dei Lavoratori
- 2 giugno, Festa della Repubblica;
- 4 novembre, Giorno dell’Unità Nazionale e Giornata delle Forze Armate (ex festività soppressa)
- 1 gennaio, 6 gennaio, lunedì di Pasqua, 15 agosto, 1 Novembre, 8 dicembre, 25 dicembre, 26 dicembre – festività religiose nazionali;
- data variabile per il Santo Patrono del comune in cui è ubicata l’unità produttiva – normalmente indicata nella contrattazione collettiva.
Ricordiamo che la legge, oltre che la contrattazione collettiva di primo e di secondo livello, prevede che il lavoratore ha diritto ad assentarsi dal lavoro nei giorni festivi stabiliti dalla legge, ovvero per le festività civili e religiose.
Leggi anche: Ponti lavorativi e giorni festivi del 2023: calendario completo e aggiornato delle festività
Festività del 25 aprile 2024 in busta paga: cosa significa festività infrasettimanale
Il 25 aprile 2024 è un giovedì, pertanto è considerato come giorno di festività infrasettimanale. In questi casi il lavoratore, anche se è assente dal lavoro ha diritto alla retribuzione.
Nel caso in cui la festività cade in un altro giorno di festività, come la domenica, si sarebbe parlato di festività non goduta.
Il discorso, a seconda dei CCNL, varia fra impiegati e operai, ovvero fra paga mensilizzata e paga a giorni o a ore.
Festività 25 aprile in busta paga impiegati
Gli impiegati si trovano nel cedolino una giornata come se fosse lavorata, quindi se sono retribuiti con 26 giornate mensili, nella busta paga di aprile trovano 26 giornate lavorate o 25 giornate lavorate più 1 giornata di festività.
Festa della Liberazione nella busta paga degli operai
Gli operai invece, ovvero per i lavoratori che ricevono la paga non mensilizzata, troveranno in busta paga di aprile il numero delle giornate lavorate più la giornata di festività goduta in quanto festività infrasettimanale.
Lavorare nel giorno della Liberazione: cosa comporta
Cosa succede al lavoratore chiamato a lavorare anche nel giorno di festività e quindi anche il 25 aprile giorno della Liberazione? Ad esempio i lavoratori del commercio, oppure del turismo, della ristorazione, della pubblica sicurezza o della Sanità. Come funziona la retribuzione in questi casi?
La legge prevede che nel caso di lavoro festivo, ovvero durante un giorno di festività civile o religiosa, il lavoratore ha diritto, oltre alla normale retribuzione della giornata lavorativa, anche ad una retribuzione maggiorata prevista dal contratto collettivo e in più ci verrà pagata la giornata di “Festività retribuita”. In altri CCNL invece è prevista una giornata di riposo compensativo.
Per approfondimenti vi rimandiamo alla lettura della nostra guida sul Lavoro festivo.
E’ obbligatorio lavorare il 25 aprile?
In linea generale non è obbligatorio lavorare il 25 aprile, così come non è obbligatorio lavorare nei festivi in generale.
A differenza di altri diritti dei lavoratori, pensiamo ad esempio alle ferie (art. 36 della Costituzione) il diritto al riposo nei giorni festivi non è un diritto assoluto. Visto che questo diritto non è sancito dalla Costituzione, né regolato da una legge, in teoria vale ciò che prevedono i CCNL, gli accordi di secondo livello, i contratti individuali, la giurisprudenza e la prassi in materia.
Tuttavia l’orientamento comune della Cassazione prevede che questo obbligo non può essere previsto nei CCNL, ma può essere previsto nel contratto individuale di lavoro.
Quindi in linea di massima il lavoratore può rifiutarsi di lavorare nei giorni festivi, senza perdere il diritto alla normale retribuzione; tranne se questo obbligo è previsto dal contratto individuale di lavoro.