A quanto ammonta l’indennità di congedo parentale, come si calcola la retribuzione in busta paga e chi paga? E quanto spetta agli iscritti alla gestione separata e ai lavoratori autonomi e chi paga? Dopo aver analizzato la normativa in materia di ex astensione facoltativa e le modalità per effettuare la richiesta è necessario trattare un altro aspetto altrettanto importante: il trattamento economico. Come nel caso dell’astensione obbligatoria anche nel periodo di congedo facoltativo è prevista un’indennità economica, con una percentuale differente di retribuzione media giornaliera.
Innanzitutto il periodo di congedo parentale può essere goduto fino ai 12 anni di età del figlio. Il periodo retribuito ora copre l’intero periodo (la novità è stata introdotta dal D. lgs 105/2022); anche gli ulteriori periodi di congedo parentale del genitore con un reddito individuale inferiore a 2,5 volte l’importo del trattamento minimo di pensione a carico dell’assicurazione generale obbligatoria sono a oggi fruibili entro i 12 anni di vita del figlio (o dall’ingresso in famiglia in caso di adozione o affidamento) e non più solo entro gli 8 anni.
Ecco i dettagli.
Indennità di congedo parentale INPS: calcolo e durata
Da questa premessa possiamo evidenziare che in primo luogo il periodo di copertura economica è di massimo 6 mesi, anche frazionabili. L’indennità di congedo parentale è pari al 30% della retribuzione media giornaliera (non all’80% come nel caso dell’astensione obbligatoria).
Esattamente come nel calcolo dell’astensione obbligatoria, nel calcolo del congedo parentale la retribuzione media giornaliera viene calcolata considerando la retribuzione del mese precedente l’inizio del periodo indennizzabile.
Se al termine del periodo di astensione obbligatoria non vi è ripresa lavorativa allora verrà utilizzata la stessa retribuzione. Al contrario, se vi è ripresa dell’attività verrà utilizzata la retribuzione del mese in cui la lavoratrice madre ha effettuato prestazione lavorativa.
Nel caso di congedo parentale, al suddetto importo non va aggiunto il rateo giornaliero relativo alle mensilità supplementari contrattualmente previste.
Quanto spetta ai lavoratori dipendenti
Ai genitori lavoratori dipendenti spetta:
- un’indennità pari al 30% della retribuzione media giornaliera, calcolata in base alla retribuzione del mese precedente l’inizio del periodo di congedo, entro i 12 anni di età del bambino (o dall’ingresso in famiglia in caso di adozione o affidamento) e per un periodo massimo complessivo (madre e/o padre) di nove mesi, di cui:
- alla madre spetta un periodo indennizzabile di tre mesi, non trasferibili all’altro genitore, da fruire entro il dodicesimo anno di vita del bambino o dall’ingresso in famiglia in caso di adozione o affidamento;
- al padre spetta un periodo indennizzabile di tre mesi, non trasferibili all’altro genitore, fino al dodicesimo anno di vita del bambino o dall’ingresso in famiglia in caso di adozione o affidamento;
- a entrambi i genitori spetta, in alternativa tra loro, un ulteriore periodo indennizzabile della durata complessiva di tre mesi;
- al genitore solo sono riconosciuti nove mesi di congedo parentale indennizzati al 30% della retribuzione;
- per i periodi di congedo ulteriori rispetto ai nove mesi indennizzati, spetta un’indennità pari al 30% della retribuzione media giornaliera, solo se il reddito individuale del genitore richiedente è inferiore a 2,5 volte l’importo annuo del trattamento minimo di pensione.
Per ulteriori approfondimenti è possibile consultare il messaggio 4 agosto 2022, n. 3066.
Quanto spetta gli iscritti alla gestione separata
Ciascun genitore ha diritto a tre mesi di congedo parentale indennizzato, non trasferibile all’altro genitore. I genitori, inoltre, hanno diritto a ulteriori tre mesi indennizzati in alternativa tra loro, per un periodo massimo complessivo indennizzabile tra i genitori di nove mesi (messaggio 4 agosto 2022, n. 3066).
L’indennità è calcolata, per ciascuna giornata del periodo indennizzabile, in misura pari al 30% di 1/365 del reddito derivante da attività di lavoro a progetto o assimilata, percepito negli stessi 12 mesi presi a riferimento per l’accertamento del requisito contributivo.
Quanto spetta gli iscritti ai lavoratori autonomi
Ai genitori lavoratori autonomi il congedo parentale spetta per un massimo di tre mesi ciascuno per ogni figlio, da fruire entro il primo anno di vita del bambino o dall’ingresso in famiglia, in caso di adozione o affidamento, del bambino.
L’indennità corrisposta è pari al 30% della retribuzione convenzionale giornaliera stabilita annualmente dalla legge a seconda della categoria di appartenenza.
Chi paga l’indennità di congedo parentale?
Come detto sopra per i lavoratori dipendenti sia del settore privato che pubblico l’indennità sarà erogata direttamente in busta paga. Il datore di lavoro provvederà poi a recuperare tali somme direttamente dall’INPS tramite DM10.
Per iscritti alla gestione separata e lavoratori autonomi l’indennità sarà erogata direttamente dall’INPS.
Indennità di congedo parentale a ore
Particolare è il caso dell’indennità di congedo parentale fruito ad ore. A differenza dell’astensione obbligatoria, il congedo parentale può essere fruito in modalità frazionata a ore. Questo vuol dire che nel caso di scelta di utilizzo ad ore, il calcolo da seguire sarà differente e i criteri da seguire dovrebbero essere indicati all’interno del contratto collettivo applicato.
Ad oggi non sono molti i contratti collettivi che non hanno disciplinato questo aspetto, perciò l’unico riferimento rimane la normativa generale che specifica che se non vengono fornite indicazioni specifiche nel contratto collettivo il congedo parentale ad ore deve essere fruito per mezza giornata lavorativa, la metà dell’orario di lavoro consueto. Il riferimento da utilizzare per il calcolo, nonostante l’utilizzo orario, rimane giornaliero.