Chi lavora in ambito commerciale e ha a che fare ogni giorno con il denaro contante potrebbe avere diritto a un compenso aggiuntivo: l’indennità di cassa o di maneggio denaro. Si tratta di una voce retributiva prevista dal Contratto Collettivo Nazionale del Commercio per tutelare i lavoratori esposti a rischi connessi alla gestione di somme di denaro.
In questa guida spieghiamo in modo semplice e completo cosa sono queste indennità, a chi spettano e come vengono calcolate in busta paga, con esempi pratici e riferimenti normativi utili.
Cosa si intende per indennità di cassa e chi ne ha diritto
L’indennità di cassa è un compenso previsto dal CCNL Commercio per i dipendenti che, nello svolgimento ordinario delle proprie mansioni, gestiscono direttamente denaro contante. L’obiettivo è riconoscere la maggiore responsabilità legata a questa attività e i rischi connessi, come errori nei conteggi o eventuali ammanchi di cassa.
Hanno diritto a percepire questa indennità i lavoratori che:
- gestiscono una cassa in autonomia;
- effettuano incassi e registrano i pagamenti;
- sono responsabili delle operazioni di apertura e chiusura della cassa.
Rientrano in questa categoria, ad esempio, cassieri, capi reparto, addetti al punto vendita con compiti di incasso.
Indennità per maneggio denaro: in cosa consiste
L’indennità per maneggio denaro è una formula simile ma più ampia ed è riconosciuta ai lavoratori che, pur non svolgendo la mansione di cassiere, sono incaricati di maneggiare regolarmente somme di denaro nell’ambito delle proprie attività. Si pensi a chi:
- ritira incassi da altri reparti;
- si occupa di versamenti in banca;
- gestisce pagamenti o incassi in magazzino o nei reparti.
In alcune realtà aziendali, se previsto da accordi interni, è possibile che le due indennità vengano cumulate se il lavoratore svolge entrambe le funzioni.
Chi tutela il CCNL Commercio
Il Contratto Collettivo Nazionale del Lavoro del Commercio disciplina i diritti e doveri di una vasta platea di lavoratori, tra cui commessi, addetti alle vendite, magazzinieri, cassieri e personale amministrativo.
Livelli e inquadramenti interessati
L’indennità di cassa riguarda soprattutto i livelli 4°, 3° e 2°, ma può spettare anche a quadri se svolgono mansioni operative.
Quando spetta l’indennità di cassa
Perché sia dovuta, devono sussistere precisi presupposti:
- il maneggio di denaro deve essere continuo e non occasionale;
- il dipendente deve essere formalmente responsabile della cassa;
- l’incarico deve essere previsto dalla lettera di assunzione o comunicato per iscritto.
Esempio concreto
Una commessa che apre, gestisce e chiude la cassa ogni giorno ha diritto all’indennità. Un collega che la sostituisce saltuariamente, invece, potrebbe ricevere solo una quota proporzionale.
Come si calcola l’indennità
Il CCNL Commercio stabilisce che l’indennità di cassa ammonta al 5% del minimo tabellare corrispondente al livello di inquadramento del lavoratore.
Esempio pratico di calcolo
Se un dipendente di 4° livello ha un minimo tabellare lordo di 1.600 euro, l’indennità mensile sarà di: 1.600 x 5% = 80 euro lordi al mese.
L’importo può essere soggetto a trattenute fiscali e contributive, come vedremo a breve.
È una voce fissa? E cosa succede con ferie o TFR?
Indennità fissa o variabile
L’indennità è una voce fissa della retribuzione, ma solo se la mansione è svolta in modo continuativo. Se il maneggio del denaro è saltuario, l’indennità può essere calcolata solo per i giorni effettivi.
Effetti su TFR, tredicesima e quattordicesima
L’indennità di cassa:
- rientra nella base di calcolo del Trattamento di Fine Rapporto (TFR);
- incide su tredicesima e quattordicesima, ove previste;
- è considerata retribuzione ordinaria.
Aspetti fiscali e previdenziali
Come tutte le voci della retribuzione:
- è soggetta a tassazione IRPEF;
- è imponibile ai fini contributivi INPS;
- influisce sul calcolo delle prestazioni previdenziali.
Part-time, contratti a termine e periodo di prova
Anche i lavoratori:
- con contratti part-time (in forma proporzionata);
- con contratto a tempo determinato;
- in periodo di prova
possono ricevere l’indennità, purché svolgano effettivamente le mansioni che la prevedono.
Chi gestisce la cassa risponde anche degli errori?
Sì. L’indennità non è solo un premio, ma anche un riconoscimento della responsabilità patrimoniale. In caso di gravi errori di gestione o ammanchi di denaro documentati, il datore può richiedere un risarcimento, nei limiti di legge.
Come si legge in busta paga
L’indennità compare nel cedolino paga mensile con una voce dedicata, che può variare da azienda ad azienda:
- “Indennità di cassa”;
- “Ind. Cassa”;
- “Maneggio denaro”.
Controlla ogni mese che sia effettivamente riportata, soprattutto se svolgi regolarmente quelle mansioni.
Altri contratti collettivi: cosa cambia?
Non solo il CCNL Commercio riconosce questo tipo di indennità:
- nel CCNL Turismo, ad esempio, i receptionist possono ricevere una voce simile;
- nel settore alimentare, può spettare agli addetti al banco con compiti di incasso.
Le regole, però, possono variare nei dettagli e negli importi.
Cambio mansione: l’indennità si perde?
Sì. Se non si svolgono più le funzioni che giustificano l’indennità, questa può essere rimossa. Serve però una comunicazione chiara da parte dell’azienda.
La giurisprudenza: cosa dicono i giudici
Secondo alcune sentenze, l’indennità non può essere tolta se il lavoratore continua di fatto a maneggiare denaro, anche se non è formalmente addetto alla cassa. La sostanza prevale sulla forma.
Cosa fare se l’indennità non viene riconosciuta
Ecco alcuni consigli pratici:
- Controlla contratto individuale e busta paga;
- Chiedi chiarimenti al tuo responsabile o all’amministrazione;
- Se serve, rivolgiti al sindacato o a un consulente del lavoro;
- In alternativa, valuta una richiesta formale scritta o una vertenza legale.
Conclusioni
L’indennità di cassa e quella per maneggio denaro sono strumenti fondamentali per riconoscere il lavoro svolto da chi gestisce quotidianamente denaro. Non si tratta di una gentile concessione del datore, ma di un diritto previsto dal contratto. Se ti trovi in questa situazione, verifica ogni mese che tutto sia in regola: il tuo lavoro ha un valore, ed è giusto che venga riconosciuto.
Domande Frequenti (FAQ)
1. L’indennità spetta anche a chi è in somministrazione?
Sì, se svolge mansioni continuative di cassa.
2. È possibile rinunciare volontariamente all’indennità?
No. Se spettante, deve essere riconosciuta e non può essere oggetto di rinuncia.
3. È inclusa durante ferie o malattia?
Durante le ferie sì. Durante la malattia dipende dal contratto aziendale.
4. L’indennità è netta o lorda?
È lorda. In busta paga, l’importo netto sarà inferiore del 30-40% circa.
5. Il datore può toglierla senza preavviso?
Solo se cambia ufficialmente la mansione e il lavoratore smette di gestire il denaro.
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