Nell’ambito delle misure volte a migliorare la conciliazione tra attività lavorativa e vita privata, la normativa italiana, attraverso il Decreto legislativo 151/2001 e smi “Testo unico delle disposizioni legislative in materia di tutela e sostegno della maternità e della paternità”, riconosce al padre lavoratore dipendente il diritto di assentarsi dal lavoro, con retribuzione a carico dell’Inps, per un periodo di dieci giorni lavorativi in occasione degli eventi nascita, adozione o affidamento del bambino.
Il congedo in questione è definito “congedo di paternità obbligatorio” o anche “Congedo Papà” in quanto è paragonabile al congedo di maternità, ma non va confuso con il congedo parentale. Spetta a tutti i lavoratori dipendenti, compresi lavoratori domestici ed agricoli a tempo determinato, sono esclusi invece gli iscritti alla Gestione separata e i lavoratori autonomi, compresi quanti abbiano un rapporto di lavoro autonomo dello spettacolo. Rientrano altresì nella platea dei beneficiari i dipendenti pubblici.
Ma come funziona e come si è evoluto nel tempo il congedo obbligatorio per i papà? Cos’è e qual è la differenza con il congedo alternativo di paternità? E quanti giorni di permesso spettano alla nascita del figlio? Ecco la nostra guida completa e aggiornata alla luce delle novità normative introdotte dal Decreto legislativo 30 giugno 2022 numero 105, commentate dall’Inps con la Circolare del 27 ottobre 2022 numero 122.
Congedo di paternità obbligatorio: la normativa di riferimento
Il Decreto legislativo numero 105/2022, in vigore dal 13 agosto 2022, ha introdotto all’interno del Testo Unico (D.Lgs. numero 151/2001) l’articolo 27-bis recante il “Congedo di paternità obbligatorio”.
Come precisato dall’Inps nella Circolare numero 122, le nuove disposizioni normative trovano applicazione “per i casi in cui la data presunta del parto o la data del parto siano successive o coincidenti con l’entrata in vigore del decreto legislativo” nello specifico il 13 agosto 2022 “nonché nei casi in cui, sebbene la data effettiva del parto sia antecedente l’entrata in vigore delle nuove norme (13 agosto 2022) il lavoratore padre si trovi nelle condizioni di poter fruire di periodi di congedo di paternità obbligatorio o dei periodi residui non fruiti a titolo di congedo obbligatorio del padre di cui alla legge n. 92/2012”.
Quanto dura il congedo di paternità
Passiamo ora a vedere la durata del congedo di paternità obbligatorio e poi qual è il periodo di fruizione.
Il nuovo articolo 27-bis del Testo Unico riconosce, in favore del padre lavoratore, il diritto di assentarsi dal lavoro “per un periodo di dieci giorni lavorativi, non frazionabili ad ore, da utilizzare anche in via non continuativa” (comma 1).
In caso di parto plurimo, al padre lavoratore dipendente spettano venti giorni di congedo, a prescindere dal numero di figli nati.
Quando si possono prendere i 10 giorni di permesso
Il congedo può essere fruito a partire dai due mesi prima la data presunta del parto ed entro i cinque mesi successivi.
In caso di parto:
- Prematuro (nei due mesi antecedenti la data presunta del parto);
- Fortemente prematuro (prima dei due mesi antecedenti la data presunta del parto);
con conseguente riduzione dell’arco temporale di fruizione del congedo di paternità prima del parto, rimane comunque invariato il periodo dei cinque mesi successivi al parto, entro cui fruire del congedo.
Cosa accade in caso di morte perinatale
Il congedo obbligatorio spetta anche in caso di morte perinatale del figlio. Tale è l’evento del figlio nato morto dal primo giorno della 28ma settimana di gestazione. In questa ipotesi, il periodo di cinque mesi entro cui fruire del congedo decorre dalla nascita del figlio.
Quanti giorni di permesso spettano in caso di adozione o affidamento?
Il diritto a fruire del congedo di paternità obbligatorio è esteso ai genitori adottivi o affidatari. Anche in questo caso spettano 10 giorni di permesso.
Nello specifico, in caso di:
- Adozione nazionale, i periodi di assenza possono essere fruiti dopo l’ingresso in famiglia del minore ed entro i cinque mesi successivi;
- Adozione internazionale, i periodi di assenza possono essere fruiti dal padre anche prima dell’ingresso in Italia del minore, durante il periodo di permanenza all’estero necessario per l’incontro con il minore e gli adempimenti relativi alla procedura adottiva (al pari di quanto previsto per il congedo di maternità), a patto che l’Ente autorizzato che ha ricevuto l’incarico di curare l’adozione certifichi la durata della permanenza all’estero del padre lavoratore;
- Affidamento o collocamento temporaneo del minore, il padre affidatario o collocatario si astiene dal lavoro a titolo di congedo di paternità obbligatorio entro i cinque mesi successivi l’affidamento o il collocamento stesso.
A quanto ammonta la retribuzione in busta paga per questi permessi e chi paga
Vediamo ora a quanto spetta di congedo di paternità obbligatorio e come, quando e da chi viene pagato.
Per tutto il periodo di congedo di paternità obbligatorio, spetta un’indennità giornaliera a carico dell’Inps pari al 100% della retribuzione.
In questo caso per “retribuzione” deve intendersi la “retribuzione media globale giornaliera” (Circolare) come individuata dall’articolo 23 del Testo Unico, tenendo conto delle seguenti particolarità per i lavoratori:
- domestici si prende a riferimento la retribuzione convenzionale in uso per la determinazione dei congedi di maternità e di paternità alternativo;
- part-time e per i lavoratori intermittenti “deve farsi riferimento alle indicazioni contenute negli specifici paragrafi della circolare n. 41/2006” (ancora l’Inps);
- dello spettacolo a tempo determinato operano “le disposizioni contenute nell’articolo 59-bis, secondo comma, del T.U., nell’articolo 6, comma 15, del decreto – legge 30 dicembre 1987, n. 536, e successive modificazioni, e le indicazioni della circolare n. 182/2021” (Circolare numero 122);
- agricoli a tempo determinato si assume la retribuzione convenzionale prevista in agricoltura, al pari di quanto avviene in relazione a indennità di maternità e congedo di paternità alternativo.
Chi paga il congedo di paternità
Nella generalità delle ipotesi l’indennità per congedo obbligatorio è anticipata in busta paga, per conto dell’Inps, dal datore di lavoro, il quale recupera le somme a carico dell’Istituto in sede di versamento dei contributi con modello F24.
Fanno eccezione alcuni casi specifici, in cui è l’Inps a corrispondere l’indennità direttamente al beneficiario.
I periodi di congedo, peraltro, sono coperti da contribuzione figurativa.
Come fare domanda di congedo
Come si ottiene il congedo di paternità obbligatorio? E’ necessario fare domanda? Ecco i dettagli.
Anticipo in busta paga
Nelle ipotesi di indennità Inps anticipata in busta paga dal datore di lavoro, il padre lavoratore dipendente è tenuto a comunicare all’azienda i giorni in cui fruire del congedo, con un anticipo non inferiore a cinque giorni, ove “possibile in relazione all’evento nascita, sulla base della data presunta del parto, salvo che la contrattazione collettiva non preveda condizioni di miglior favore” (Circolare Inps).
La comunicazione al datore di lavoro dev’essere fatta in forma scritta o, ove presente, a mezzo del sistema informativo aziendale, utilizzato per la richiesta e la gestione delle assenze.
Se il congedo si colloca nei due mesi antecedenti la data presunta del parto, il lavoratore deve prendere a riferimento quest’ultima data per la comunicazione al datore di lavoro.
Pagamento diretto Inps
Nelle circostanze in cui l’Inps eroga direttamente al beneficiario l’indennità, quest’ultimo presenta apposita domanda telematica collegandosi a “inps.it – Prestazioni e Servizi – Prestazioni – Congedo papà (nascita, adozione o affidamento bambino)”, in possesso delle credenziali Spid, Cie o Cns.
In alternativa alla richiesta online è possibile:
- Chiamare il Contact center dell’Istituto al numero 803.164 (gratuito da rete fissa) o lo 06.164.164 (da rete mobile);
- Avvalersi dei servizi offerti da enti di patronato ed intermediari Inps.
Congedo di paternità: dimissioni e diritto alla NASpI
Con la circolare numero 32 del 21 marzo 2023 l’INPS recepisce, in accordo con il Ministero del lavoro, le novità introdotte dal D. Lgs 105/2022 e riconosce ufficialmente il diritto alla NASpI per il lavoratore padre a seguito di dimissioni nel periodo tutelato, ossia per il lavoratore che si dimette volontariamente nel periodo protetto dopo aver fruito del congedo di paternità obbligatorio di 10 giorni.
Per legge, è vietato il licenziamento della madre sin dall’inizio del periodo di gravidanza e fino al termine dei periodi di interdizione dal lavoro, nonché fino al compimento di un anno di età del bambino. Come conferma l’INPS nella suddetta circolare in caso di fruizione del congedo di paternità (sia alternativo a quello della madre, che obbligatorio cd. congedo papà), il divieto di licenziamento si applica anche al padre lavoratore per la durata del congedo e si estende fino al compimento di un anno di età del bambino.
Pertanto in caso di dimissioni in questo periodo anche il lavoratore padre, al pari della lavoratrice, ha diritto ad accedere all’indennità di disoccupazione.
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Cos’è e come funziona il congedo di paternità alternativo
Il congedo di paternità alternativo è fruito in sostituzione del congedo obbligatorio della madre e si verifica in presenza di situazioni particolarmente gravi, come:
- la morte e la grave infermità della madre,
- l’abbandono del minore da parte della madre
- o l’affidamento esclusivo del bambino al padre.
In questo caso quindi il lavoratore padre si sostituisce alla madre nel congedo di maternità obbligatorio. (ex articolo 28 del D. lgs n. 151 del 2001).
Compatibilità del congedo papà con altri congedi
Infine passiamo a vedere con quali altri congedi e permessi è compatibile. Ricordiamo infine che il papà può fruire del congedo parentale insieme o in alternativa alla madre.
Congedo di maternità
Il congedo di paternità obbligatorio può essere fruito nelle stesse giornate in cui la madre è assente dal lavoro in congedo di maternità.
Congedo di paternità alternativo a quello della madre
Il congedo di paternità alternativo è compatibile con il congedo obbligatorio “ma non nelle stesse giornate” (Circolare Inps).
Nelle ipotesi di sovrapposizione, prevale la fruizione del congedo di paternità alternativo. In queste circostanze, il congedo obbligatorio dev’essere collocato dopo quello alternativo e, nel “solo caso in cui la fruizione di quest’ultimo si protragga fino o oltre i 5 mesi dalla nascita, il congedo di paternità obbligatorio deve essere fruito, senza soluzione di continuità con quello alternativo, per un numero di giorni lavorativi pari al numero di giornate non ancora fruite” (ancora l’Istituto).
Si consideri il seguente esempio proposto dall’Inps:
- Data presunta del parto 15 novembre 2022;
- Domanda di congedo di paternità obbligatorio dal 2 novembre al 15 novembre;
- Data del parto e decesso della madre 12 settembre 2022;
- Congedo di paternità alternativo dal 13 settembre 2022 al 13 febbraio 2023, per un totale di 154 giorni, corrispondenti all’intero periodo di congedo di maternità non fruito dalla madre, comprensivo anche dei giorni di parto fortemente prematuro;
- Congedo di paternità obbligatorio (da fruire immediatamente dopo i cinque mesi di congedo di paternità alternativo) dal 14 febbraio al 27 febbraio 2023 (corrispondenti a dieci giorni lavorativi, ipotizzando che l’interessato lavori dal lunedì al venerdì).