Ogni anno determinate festività sono riconfermate in Italia, mentre alcune possono essere soppresse. In particolare, alcuni esempi di festività ricorrenti e presenti nel 2024 sono il Capodanno, l’Epifania, la Festa della Repubblica, il Natale e Santo Stefano.
Ci sono però alcune festività che per l’anno in corso sono state soppresse, per cui ufficialmente risultano abolite dal calendario. Tuttavia essendoci state in precedenza, la legge stabilisce che vengano retribuite al lavoratore in termini di giorni di permesso o di retribuzione.
Vediamo in questo articolo quali sono quest’anno le festività soppresse, come vengono pagate al lavoratore e quali invece rimangono nel 2024.
Festività soppresse 2024: quali sono
Le ex festività fanno riferimento a date in cui i lavoratori potevano in precedenza astenersi dal lavoro per una precisa ricorrenza, per cui attualmente invece è stabilita una normale giornata lavorativa.
Le festività soppresse di quest’anno che danno diritto ad una retribuzione in altra forma al lavoratore sono principalmente tre:
- San Giuseppe: cadeva il 19 marzo;
- Ascensione del Signore: cadeva il 9 maggio;
- Corpus Domini: cadeva il 30 maggio.
A queste però si aggiunge anche un’altra festività soppressa, che riguarda l’aspetto religioso, ovvero quella dedicata ai Santi Pietro e Paolo (29 giugno, rimane solo per Roma). Infine viene meno anche la giornata dell’Unità Nazionale del 4 novembre, non più considerata come festivo.
Queste date non rientrano più nel calendario delle giornate festive, per cui il lavoratore ha diritto ad altre forme di remunerazione al posto dell’astensione dal lavoro.
Ex festività in busta paga: la retribuzione dei lavoratori
Intorno alla retribuzione sulle ex festività possono sorgere diversi dubbi per i lavoratori dipendenti. Andiamo a vedere nello specifico quale beneficio spetta al lavoratore per le festività soppresse, tenendo presente che in ogni caso bisogna fare riferimento al CCNL specifico applicato, ovvero al Contratto Collettivo Nazionale del Lavoro stipulato tra dipendente e azienda.
La retribuzione può essere conteggiata in ore oppure in giornate. Nel primo caso si parla di 32 ore per le ex festività che vengono indicate in busta paga. Per verificare la sussistenza di questo pagamento è possibile visionare la propria busta mensile con i dettagli sulla retribuzione.
In alcuni casi questa somma viene indicata in una sezione apposita, mentre in altri è specificata tra i permessi del lavoratore.
L’ex festività può essere pagata in busta paga anche in giornate, tenendo presente che secondo le date di quest’anno ci riferiamo a 4 giornate, a cui sommare il trattamento speciale della festività del 4 novembre.
Queste giornate possono anche essere tramutate in ferie, se il lavoratore dipendente ne fa specifica richiesta al datore di lavoro, anche con fruizione consecutiva.
Ex festività e calendario 2024
Va tenuto conto anche del fatto che questi pagamenti avvengono in base al lavoro svolto durante l’anno e al momento in cui cadono le date. Il dipendente ha diritto a questo pagamento se le ex festività coincidono con una giornata feriale.
Ci sono invece altre due eventualità da tenere conto:
• Se l’ex festività coincide con la domenica, il lavoratore accede al pagamento previsto per la domenica;
• Se l’ex festività coincide con il sabato, bisogna capire se da contratto questa è considerata come giornata feriale o festiva per calcolare la somma a cui si può accedere.
Permessi retribuiti e ex festività soppresse
In alcuni casi le ex festività soppresse vengono inserite tra i permessi retribuiti, per cui funzionano allo stesso modo dei normali permessi. Si parla sempre per il 2024 di 32 ore, da utilizzare direttamente o da cui spetta poi un pagamento in denaro.
Se queste ore non vengono utilizzate dal lavoratore infatti, dato che rientrano tra i permessi retribuiti, devono essere poi pagate tramite indennità sostitutiva dal datore di lavoro.
Anche in questo caso, per verificare se le ex festività sono state trattate come permessi bisogna analizzare il proprio contratto di lavoro e vedere la busta paga mensile. Se il lavoro è svolto in modalità part time, le festività soppresse vengono proporzionate in base all’orario effettivo, ma costituiscono sempre 32 ore.
Festività confermate per il 2024
Vediamo brevemente anche quali sono le festività confermate per il 2024, a cui hanno diritto i lavoratori dipendenti:
- Capodanno: 1 gennaio 2024;
- Epifania del Signore: 6 gennaio 2024;
- Giorno dell’Angelo: 1 aprile 2024;
- Anniversario della Liberazione: 25 aprile 2024;
- Festa del lavoro: 1 maggio 2024;
- Festa della Repubblica: 2 giugno 2024;
- Assunzione di M.V.: 15 agosto 2024;
- Giorno successivo all’Assunzione: 16 agosto 2024;
- Ognissanti: 1 novembre 2024;
- Immacolata Concezione: 8 dicembre 2024;
- Natale: 25 dicembre 2024;
- S. Stefano: 26 dicembre 2024.
A queste si aggiunge la giornata in cui si festeggia il Santo Patrono, che cambia in base alla città specifica.
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Inoltre sono considerati come semifestivi: il Venerdì Santo il 29 marzo 2024, la Vigilia di Natale il 24 dicembre 2024, la Vigilia di Assunzione di M.V. il 14 agosto 2024, l’ultimo giorno dell’anno il 31 dicembre 2024. In queste date viene proposta una riduzione dell’orario lavorativo.
In ogni caso per il funzionamento e il pagamento delle giornate di semifestivi e per le ex festività soppresse bisogna fare riferimento al CCNL specifico e informarsi tramite il proprio datore di lavoro.