Il diritto di sciopero è uno dei capisaldi delle libertà garantite ai lavoratori, uno strumento essenziale per rivendicare i propri diritti e promuovere il miglioramento delle condizioni di lavoro. Nel corso della vita lavorativa, può accadere che i dipendenti decidano di unirsi per manifestare contro una situazione ritenuta ingiusta o per ottenere miglioramenti retributivi, contrattuali o normativi. Lo sciopero non è solo un atto simbolico, ma rappresenta una forma di pressione collettiva volta a ottenere un cambiamento, tutelata dall’articolo 40 della Costituzione italiana.
In questa guida analizzeremo nel dettaglio cosa significa scioperare e quali sono le regole che disciplinano questo diritto. Approfondiremo il comportamento corretto che il lavoratore deve adottare durante lo sciopero e le modalità con cui il datore di lavoro può rispondere a questa situazione, nel rispetto della legge e delle normative vigenti. Se vuoi conoscere meglio i tuoi diritti e le tue responsabilità in caso di sciopero, continua a leggere!
Diritto di sciopero, significato
Il diritto di sciopero viene sancito dalla Costituzione all’articolo 40: “Il diritto di sciopero si esercita nell’ambito delle leggi che lo regolano”. È quindi un diritto di tutti i cittadini e di conseguenza di tutti i lavoratori.
Questo diritto si sostanzia nella libera decisione di astenersi dalla prestazione lavorativa per un determinato periodo (può essere inteso in ore, ma anche in giorni) per esprimere le proprie idee e rivendicare una posizione, al fine di raggiungere un obiettivo comune.
In ambito lavorativo le motivazioni che possono portare a scioperare possono essere varie. Legate ad esempio ad interessi economici in vista di rinnovi contrattuali e quindi coinvolgere categorie di lavoratori dello stesso settore; oppure manifestarsi in un interesse più circoscritto ad una singola realtà aziendale quando si possano riscontrare inadeguatezze in materia di sicurezza sul lavoro.
Come si organizza uno sciopero
Organizzare uno sciopero richiede attenzione a specifiche regole, soprattutto per garantire che sia efficace e legittimo. Dalla comunicazione delle motivazioni alla scelta delle modalità, ogni fase deve rispettare le normative vigenti, soprattutto nei settori pubblici essenziali. Scopriamo come si svolge questo processo.
La modalità più frequente per indire uno sciopero è che sia dichiarato da una pluralità di lavoratori, anche per dare maggiore evidenza ed importanza al tema oggetto di sciopero. Tranne in alcuni casi, non è nemmeno obbligatorio dare comunicazione preventiva che in quella precisa data sarò indetto sciopero, proprio per dare maggiore rilevanza al fatto.
I dipendenti dei servizi pubblici essenziali, però, ossia lavoratori addetti a prestazioni di rilevante interesse pubblico e generale, devono rispettare alcuni vincoli proprio per non ledere i diritti dei cittadini che usufruiscono di tali servizi. Questi sono infatti, ad esempio, ospedali, trasporti pubblici, scuola, poste, sicurezza pubblica.
Innanzitutto, devono comunicare un preavviso di minimo 10 giorni, per iscritto e indicando oltre alle motivazioni dello sciopero anche la durata e le modalità di svolgimento dello sciopero stesso.
Tipologie di sciopero
Lo sciopero non è un’azione uniforme, ma può assumere diverse forme a seconda delle modalità adottate dai lavoratori per manifestare il proprio dissenso. Ogni tipologia ha caratteristiche specifiche e obiettivi strategici. Vediamo quali sono le principali modalità di sciopero riconosciute.
Non esiste quindi un unico modo di scioperare, ma vi sono alcune tipologie:
- sciopero a singhiozzo: brevi pause di sciopero alternate a brevi riprese di lavoro;
- a scacchiera: diversi comparti di una stessa azienda si alternano in fasi diverse di sciopero, alternando tempi. Prima si ferma un determinato comparto e successivamente alla ripresa di questo se ne ferma un altro;
- sciopero bianco: i lavoratori si recano al lavoro ma non effettuano alcuna prestazione lavorativa pur non abbandonando il posto di lavoro.
Vi sono poi altre tipologie di sciopero differenti anche in base al tipo di lavorazione svolta dagli scioperanti.
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Conseguenze dello sciopero sul rapporto di lavoro
Lo sciopero, pur essendo un diritto costituzionale, ha effetti diretti sul rapporto di lavoro. Durante l’astensione, il lavoratore non svolge la prestazione lavorativa e non percepisce la retribuzione per le ore o giornate di sciopero. Vediamo quali sono le conseguenze legali e contrattuali.
Sebbene in altre circostanze, il lavoratore assente dal lavoro mantiene il diritto alla retribuzione, fondamento del rapporto tra dipendente e datore di lavoro, nel caso dello sciopero il lavoratore non ha diritto ad alcuna retribuzione per tutta la durata dello sciopero stesso.
Il lavoratore mantiene però il diritto alla conservazione del posto di lavoro e in nessun caso può essere oggetto di licenziamento per il solo fatto di aver partecipato ad uno sciopero. Un altro aspetto interessante da considerare è la posizione di quei lavoratori che non hanno intenzione di aderire allo sciopero.
L’idea di fondo è che qualora i lavoratori di un’azienda decidano di indire uno sciopero è che vi siano delle motivazioni che interessino la totalità dei lavoratori o quanto meno di un determinato ufficio o reparto. Quindi che l’azione sia condivisa per ottenere un beneficio comune.
Nonostante questa premessa, essendo appunto lo sciopero un diritto di ogni singola persona, anche la scelta di partecipare o meno è soggettiva; non vi può quindi essere alcuna costrizione nel partecipare.
Divieto di sostituzione di lavoratori in sciopero
Durante uno sciopero, il datore di lavoro deve rispettare il divieto di sostituzione dei lavoratori in sciopero con personale esterno. Questa norma tutela l’efficacia della protesta e garantisce che il diritto di sciopero non venga compromesso da azioni lesive verso i lavoratori.
È evidente che lo sciopero crei disagio all’interno dell’azienda; in fin dei conti è proprio lo scopo con cui viene indetto: creare difficoltà affinché si possa essere ascoltati. Questo disagio si traduce anche nella possibilità che il lavoro si fermi.
Lecita è la domanda del datore di lavoro che si chieda se possa sostituire questi lavoratori. Di base il datore di lavoro non può mettere in atto una condotta sindacale e di conseguenza mettere in atto comportamenti che ledano gli interessi dei lavoratori, stiano essi scioperando o meno.
Per questi motivi il datore di lavoro non può ricorrere all’inserimento in azienda di nuovi lavoratori assunti proprio per sostituire quelli che stanno scioperando. Non è invece espressamente vietato impiegare lavoratori già presenti in azienda per tamponare questo momento di sciopero; purchè questa richiesta non vada a ledere gli interessi delle varie parti.
Cosa è e come funziona la precettazione
La precettazione è un provvedimento adottato dalle autorità competenti, solitamente il Prefetto, per garantire la continuità di servizi pubblici essenziali in caso di sciopero. Viene utilizzata in situazioni straordinarie, quando lo sciopero potrebbe arrecare gravi danni alla collettività, mettendo a rischio diritti fondamentali come la salute, la sicurezza, gli spostamenti o l’istruzione. Questo strumento ha lo scopo di bilanciare il diritto di sciopero con l’interesse generale, tutelando la funzionalità di servizi indispensabili per la società.
Il provvedimento di precettazione obbliga i lavoratori a riprendere o continuare la propria attività lavorativa per il periodo indicato, pena sanzioni amministrative o disciplinari. È importante sottolineare che può essere adottato solo in casi specifici e motivati, come previsto dalla legge. La precettazione rappresenta una limitazione temporanea del diritto di sciopero, finalizzata a tutelare la collettività, e il suo abuso è vietato per non compromettere i diritti dei lavoratori.
Conclusioni
Lo sciopero è un diritto fondamentale che consente ai lavoratori di rivendicare condizioni migliori, ma è importante conoscerne tutti gli aspetti per utilizzarlo in modo consapevole. Ogni lavoratore, nel valutare l’adesione a uno sciopero, dovrebbe considerare attentamente le conseguenze, sia in termini di retribuzione che di organizzazione aziendale, assicurandosi di rispettare le norme che lo regolano, soprattutto nei servizi essenziali.
Agire in modo informato e nel rispetto delle regole tutela non solo il lavoratore, ma anche l’efficacia stessa dello sciopero, garantendo che le rivendicazioni siano percepite come legittime e giuste. Per questo è fondamentale approfondire diritti e doveri, comprendere le implicazioni per il rapporto di lavoro e partecipare con senso di responsabilità per contribuire a un cambiamento significativo e duraturo.