Lavoratori, pensionati e disoccupati possono farsi assistere nell’elaborazione di alcune pratiche legate al rapporto di lavoro o alla pensione da alcuni enti, ma si crea spesso confusione tra patronato, CAF e sindacato. Pensiamo ad esempio alla domanda di NASpI, oppure alla richiesta degli assegni familiari, oppure al 730 o alle dimissioni online.
Ecco perchè abbiamo pensato di scrivere questa breve, ma utile guida per capire a quale fra questi effettivamente è corretto rivolgersi per ogni genere di pratica. Quindi passiamo a vedere nel dettaglio cosa sono e quali sono i loro compiti stabiliti dalla normativa.
Sindacato: cos’è e come funziona
Il sindacato è una vera e propria associazione riconosciuta dal codice civile nel nostro ordinamento; infatti l’articolo 14 della Costituzione riconosce il diritto di costituire associazioni sindacali, di aderirvi e di svolgere attività sindacale; si tratta di un diritto costituzionale garantito a tutti i lavoratori all’interno dei luoghi di lavoro. In linea di massima il ruolo dei sindacati è quello di rappresentare e difendere i diritti dei lavoratori.
Svolge questa peculiare attività principalmente partecipando ai tavoli di discussione legati alla stesura e rinnovi dei contratti collettivi di lavoro; ossia i contratti che hanno lo scopo di regolare il rapporto intercorrente tra datore di lavoro e lavoratori. I sindacati si occupano proprio alla tutela dei diritti dei lavoratori all’interno dei CCNL stessi.
Inoltre, il sindacato dovrebbe essere parte attiva della vita lavorativa dei suoi iscritti proprio per supportare i lavoratori stessi.
Perché un lavoratore può rivolgersi ad un sindacato
Il ruolo di assistenza ai lavoratori offerto dai sindacati è in primo luogo legato all’assistenza in controversie con il datore di lavoro e quindi in caso di vertenze.
Il sindacato mette a disposizione dei lavoratori il servizio di controllo e verifica dei documenti legati al rapporto di lavoro stesso e quindi ad esempio al controllo della correttezza delle buste paga.
Al tempo stesso il lavoratore può farsi assistere dal sindacato in sede di procedimento disciplinare o di licenziamento.
Come ci si iscrive al sindacato
La scelta di iscrizione al sindacato è libera, ciò significa che il lavoratore può iscriversi a quello per cui nutre una preferenza. I tre sindacati maggiormente “famosi” sono Cgil, Cisl e Uil.
Qualora il lavoratore decidesse di iscriversi al sindacato deve darne immediata comunicazione al datore di lavoro in modo che possa procedere con l’effettuare la corretta procedura di trattenuta e versamento della quota di iscrizione.
Infatti, è libera la scelta di adesione ad un sindacato piuttosto di un altro ma il lavoratore deve appunto versare una quota di iscrizione. Questa non è fissa ed uguale per tutti i sindacati ma dipende dall’organizzazione a cui si è iscritti. In linea generale si aggira intorno all’1% dello stipendio lordo, e consiste in una trattenuta mensile direttamente in busta paga o nel cedolino pensione; questa poi si versa direttamente al sindacato di iscrizione.
Divieto di discriminazione per i lavoratori iscritti al sindacato
Lo Statuto dei Lavoratori, ossia il documento che regola i diritti dei lavoratori, assicura anche la possibilità per gli stessi di aderire ad associazioni sindacali e di svolgerne attività.
Questa scelta dei lavoratori non può quindi, in nessun modo essere giudicata; non può altresì dare vita a comportamenti discriminatori nei confronti dei lavoratori stessi. Il datore di lavoro che agisce in questo modo mette in atto una condotta antisindacale.
Patronato: cos’è, a chi si rivolge e quali pratiche svolge
Il patronato è un ente riconosciuto dal Ministero del Lavoro con lo scopo di svolgere in modo gratuito pratiche principalmente previdenziali e di pensione.
Uffici di patronato sono diffusi in maniera capillare in tutto il territorio italiano proprio per cercare di supportare al meglio il cittadino che abbia necessità di evadere queste pratiche.
Nello specifico i patronati svolgono pratiche che riguardano tutte le tipologie di pensione comprese quelle di invalidità, ma anche richieste di disoccupazione e reddito di cittadinanza o assistenza al lavoratore extracomunitario nella richiesta del permesso di soggiorno. Dallo scorso 1° aprile 2019 i patronati hanno inoltre la possibilità di presentare per conto dei lavoratori dipendenti la richiesta di presentazione, ormai solo telematica, per gli assegni familiari.
Differentemente dal sindacato che viene alimentato grazie alle quote di iscrizione dei lavoratori, il patronato svolge le pratiche gratuitamente in quanto vengono finanziati dallo Stato.
Inoltre il rapporto tra lavoratore o cittadino che decide di rivolgersi al patronato è decisamente meno continuativo rispetto al rapporto con il sindacato che per sua natura partecipa attivamente alla vita del lavoratore per tutelarne i diritti.
Caf: cos’è e quali pratiche svolge
I Caf sono Centri di assistenza fiscale. Già dalla loro denominazione appare chiaro che il ruolo principale è quello di svolgere pratiche di carattere fiscale. I Caf sono stati istituiti dalla legge 413 del 1991 e sono iscritti ad un albo nazionale presso il Ministero delle Finanze.
Lo scopo principale è quello di assistere i lavoratori, ma anche gli altri cittadini interessati, negli adempimenti fiscali. Si può ad esempio ottenere assistenza nella compilazione:
- della dichiarazione dei redditi,
- del modello 730,
- o per il modello ISEE.
Molti dei servizi messi a disposizione dei Caf sono gratuiti, altri invece, come ad esempio l’elaborazione del 730, sono a pagamento.
Differenza tra patronato, CAF e sindacato
Le principali differenze si sostanziano quindi nel fatto che il rapporto tra sindacato e lavoratore è continuativo e legato dalla scelta di adesione allo stesso, che dà la possibilità di farsi seguire e tutelare sia in costanza di lavoro che in seguito alla cessazione.
Il patronato e il caf, invece, sono uffici che vengono frequentati dai lavoratori, dai pensionati e dai cittadini generalmente al momento del bisogno per la gestione di carattere previdenziale e fiscale.