Da alcuni anni il sistema previdenziale italiano si basa sull’erogazione di pensioni con un calcolo contributivo, ovvero che tiene conto delle somme versate dal lavoratore.
Il contributo FAP in particolare, che fa riferimento ad una voce presente all’interno della busta paga, consiste nella parte di contributi pensionistici versati dal lavoratore stesso ogni mese e riguarda esclusivamente i dipendenti del settore pubblico.
Questa quota corrisponde ai contributi IVS per i lavoratori dipendenti nel privato, a loro carico. Ma come si differenzia il contributo FAP, quali sono le aliquote e cosa comporta? Vediamo i dettagli nell’articolo.
Cos’è il contributo FAP
Con la sigla FAP si fa riferimento al Fondo Adeguamento Pensioni, ovvero alla parte dei contributi che i lavoratori dipendenti del settore pubblico devono versare ogni mese e anno all’ente previdenziale in base al lavoro svolto.
Ricordiamo che attualmente i contributi per l’accesso alla pensione sono versati in una certa percentuale dal datore di lavoro e per un’altra parte dal lavoratore, ovvero vengono accantonati tramite ogni busta paga mensilmente.
Se sei un lavoratore dipendente nel settore pubblico, visionando la tua busta paga puoi verificare qual è il contributo FAP versato in modo specifico in base alla mansione svolta e al tipo di contratto.
Il datore di lavoro, anche nel settore pubblico, è un sostituto di imposta, quindi si occupa ogni mese di accantonare diverse cifre dallo stipendio del lavoratore per versarle allo stato (nel caso delle tasse) o all’INPS (nel caso dei contributi). La quota FAP rientra in questi termini.
Aliquote contributo FAP in busta paga
Vediamo nello specifico come viene calcolata la parte di contributi che il lavoratore versa tramite il proprio sostituto di imposta ogni anno all’INPS. Il contributo FAP è indicato in busta paga e in termini percentuali dipende dalla tipologia di contratto che è stata stipulata.
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Un lavoratore dipendente assunto a tempo indeterminato infatti versa una percentuale maggiore, ad esempio, di un neoassunto con contratto di apprendistato o similari. Vediamo quali sono le aliquote nel caso di un lavoratore assunto regolarmente:
- Aziende con più di 15 lavoratori dipendenti: aliquota del 9,49% della somma totale lorda dello stipendio;
- Aziende con meno di 15 lavoratori dipendenti: aliquota al 9,19% della somma totale lorda dello stipendio.
Questa leggera differenza è collegata direttamente alla dimensione dell’azienda, tuttavia le percentuali scendono di molto nel caso in cui il lavoratore sia appena stato assunto. Ad esempio per un contratto di apprendistato l’aliquota è del 5,84%.
Esistono infine alcune agevolazioni specifiche per le cooperative, per cui il contributo FAP è calcolato su una quantità di ore svolte solo parziale.
Contributo FAP e contributo IVS: le differenze
Oltre al contributo FAP esiste anche il contributo IVS, ovvero per “invalidità, vecchiaia e superstiti”: anche in questo caso si tratta di una quota che viene sottratta al lavoratore per essere convogliata all’INPS per finalità pensionistiche.
Tuttavia mentre per la quota FAP si fa riferimento ai lavoratori nel settore pubblico, i contributi IVS vengono versati dai dipendenti del settore privato e include artigiani, commercianti, coltivatori, coloni e imprenditori agricoli, artisti, freelance iscritti alla Gestione Separata e giornalisti iscritti all’INPGI.
Contributo FAP aggiuntivo 2024
Esiste un particolare caso in cui in busta paga sia indicata la voce “contributo FAP aggiuntivo” in questo caso per l’anno 2024. Qui viene aumentata leggermente la quota contributiva a carico dei lavoratori per far fronte ad un altro fondo, ovvero per la cassa integrazione.
Contributo FAP e taglio fiscale
Un altro aspetto che si può verificare in busta paga riguarda il taglio al cuneo fiscale avvenuto con l’ultima riforma del governo. Per effetto della riforma, gli importi che riguardano i contributi FAP o IVS possono subire delle modifiche a vantaggio del lavoratore, sotto forma di riduzione del cuneo fiscale del 6% o del 7% per determinati importi lordi mensili.
Come verificare il contributo FAP
Per verificare quali sono stati i contributi versati dal lavoratore in un determinato periodo è possibile procedere in due modi: da un lato si può fare una verifica immediata analizzando la propria busta paga e leggendo voce per voce i dettagli sul versamento dei contributi.
Dall’altro lato si può richiedere all’INPS un estratto contributivo specifico che mostri quali contributi sono stati versati, per quali periodi, dal sostituto di imposta o dai diversi datori di lavoro, se questi sono stati più di uno.
Il contributo FAP è obbligatorio?
Allo stesso modo del versamento dei contributi IVS, anche il contributo FAP è obbligatorio per legge: solamente procedendo al versamento infatti è possibile accantonare le somme da destinare alla pensione e questo vale sia per i lavoratori nel settore privato che nel pubblico impiego.
Sistema contributivo e retributivo: differenze
Bisogna anche evidenziare che sia i contributi FAP che i contributi IVS sono attualmente applicati secondo determinate aliquote sulla base di un sistema contributivo, che differisce dal sistema precedente a base retributiva.
Il calcolo retributivo valido in un periodo precedente al 2011 si applicava tenendo conto delle ultime retribuzioni del lavoratore, sulla base del fatto che queste erano più alte a causa dell’anzianità lavorativa, rispetto agli anni precedenti.
Oggi invece si applica il metodo contributivo, che tiene in riferimento tutti i contributi versati annualmente e mensilmente dal cittadino durante gli anni di lavoro svolti.
Tramite FAP e contributi IVS oggi vengono calcolati gli importi accantonati dai lavoratori, tuttavia per accedere alle diverse misure pensionistiche bisogna anche rispettare alcuni requisiti di età e di anni lavorati in cui sono stati versati contributi.