Nel 2025, il congedo parentale subisce un’ulteriore ampliamento che rafforza il sostegno economico ai genitori lavoratori. Grazie alla Legge di Bilancio, l’indennità di congedo parentale viene portata all’80% dello stipendio per tre mesi, un incremento di un mese rispetto alla precedentemente previsione. Questo intervento mira a favorire un maggiore equilibrio tra vita lavorativa e familiare, incentivando i genitori a prendersi cura dei propri figli nei primi anni di vita.
L’aumento della copertura economica per un altro mese rappresenta un passo avanti nella tutela della genitorialità, rispondendo alle esigenze di molte famiglie che spesso rinunciano al congedo per motivi economici. La misura si inserisce in un contesto più ampio di riforme, con l’obiettivo di garantire una migliore conciliazione tra lavoro e famiglia, nonché di promuovere una maggiore equità tra madri e padri nella gestione dei carichi familiari.
Cos’è il congedo parentale e qual è la differenza con il congedo obbligatorio
Il congedo parentale è un periodo di astensione facoltativa dal lavoro che può essere richiesto dai genitori per prendersi cura dei figli nei primi anni di vita. Si tratta di un diritto garantito sia alle madri che ai padri lavoratori, previsto dal Decreto Legislativo 26 marzo 2001, n. 151 (Testo unico sulla maternità e paternità). La durata complessiva del congedo parentale fra madre e padre è di 10 mesi (11 se il padre utilizza almeno tre mesi di congedo).
Il congedo obbligatorio, invece, è un periodo di astensione dal lavoro che deve essere necessariamente fruito dalla madre (congedo di maternità) o dal padre (congedo di paternità obbligatorio alternativo alla madre oppure il congedo di paternità obbligatorio di 10 giorni) in concomitanza con la nascita o l’ingresso in famiglia del figlio. Durante il congedo obbligatorio, la retribuzione è pari al 100% dello stipendio.
Il congedo parentale, pur essendo facoltativo, rappresenta uno strumento fondamentale per garantire la continuità dell’assistenza ai figli anche dopo la conclusione del congedo obbligatorio.
Durata del congedo parentale
Il congedo parentale spetta ai genitori lavoratori dipendenti, in costanza di rapporto di lavoro, fino al compimento del dodicesimo anno di età del bambino. La durata massima complessiva tra i due genitori è di dieci mesi, elevabili a undici se il padre si astiene dal lavoro per almeno tre mesi, anche non continuativi.
Entrambi i genitori possono fruire del congedo contemporaneamente, compatibilmente con i limiti complessivi. La madre può usufruirne per un massimo di sei mesi, mentre il padre ha diritto a sei mesi (elevabili a sette con almeno tre mesi di astensione). Inoltre, un genitore solo (madre o padre) ha diritto a un massimo di undici mesi di congedo, sia continuativi che frazionati. Questo diritto è esteso anche in caso di affidamento esclusivo del figlio.
Congedo parentale, novità della Legge di Bilancio 2025
Con l’articolo 1, comma 217, della legge 30 dicembre 2024, n. 207 (Legge di Bilancio 2025), il legislatore ha introdotto una modifica all’articolo 34 del D.Lgs 151/2001. Questa modifica prevede l’aumento dal 30% all’80% della retribuzione per un ulteriore mese di congedo parentale, fruibile entro il sesto anno di vita del figlio (o nei primi sei anni dall’ingresso in famiglia del minore in caso di adozione o affidamento, e comunque non oltre il compimento della maggiore età). Quindi ora i mesi all’80% sono 3 anziché i 2 previsti nel 2024.
La novità prevede che:
per i genitori che concluderanno il congedo di maternità o paternità a partire dal 1° gennaio 2025: sarà possibile beneficiare dell’80% della retribuzione per 3 mesi di congedo parentale.
Questa disposizione è fruibile in modo alternativo tra i genitori, permettendo a uno solo dei due di usufruire dell’indennità maggiorata per ciascun mese. Da notare che non si allunga il periodo di congedo parentale, ma è aumentata la percentuale della retribuzione.
Dopo questi 3 mesi all’80% la retribuzione passa al 30% calcolata in base alla retribuzione del mese precedente l’inizio del periodo di congedo.
Esempi pratici di fruizione del congedo parentale
Per comprendere meglio le implicazioni della riforma, vediamo due esempi pratici:
Esempio 1: Anna, lavoratrice dipendente, termina il congedo di maternità a marzo 2025. Entro i primi sei anni di vita del figlio, Anna decide di usufruire del congedo parentale per 4 mesi. Grazie alla nuova normativa, i primi tre mesi saranno retribuiti all’80%, garantendo un significativo supporto economico durante questo periodo. Per il quarto mese di congedo parentale la retribuzione scende al 30%.
Esempio 2: Maria, madre lavoratrice dipendente del settore pubblico, termina il congedo di maternità obbligatorio a gennaio 2025. Per prendersi cura del bambino, decide di richiedere due mesi di congedo parentale. Il primo mese sarà retribuito al 100% come previsto dal CCNL per il settore pubblico, mentre il secondo mese sarà retribuito all’80% grazie alle nuove disposizioni.
Conclusioni
La riforma del congedo parentale introdotta dalla Legge di Bilancio 2025 rappresenta una misura strutturale che rafforza i diritti dei genitori lavoratori, sostenendo le famiglie e incentivando una maggiore partecipazione dei padri alla cura dei figli.
Con tre mesi retribuiti all’80%, il congedo parentale diventa un’opzione più accessibile per molte famiglie, contribuendo a migliorare la qualità della vita lavorativa e familiare.