Nonostante le abbondanti nevicate non si verifichino più come in passato a causa del riscaldamento globale, può comunque capitare che, durante i mesi invernali, molti cittadini rimangano bloccati in casa a causa della neve, del ghiaccio o, più in generale, a causa del maltempo e delle allerte meteo. In questi casi, la gestione delle assenze dal lavoro diventa un tema importante. Come ci si deve comportare? Cosa prevede la legge? E, soprattutto, spetta la retribuzione? In questa guida cercheremo di rispondere a queste domande, fornendo un quadro chiaro della normativa e delle soluzioni possibili.
Durante il rapporto di lavoro, è normale che si possano verificare situazioni in cui non sia possibile svolgere la prestazione lavorativa. Le cause possono essere diverse e attribuibili sia al lavoratore che al datore di lavoro, come nel caso di malattia del dipendente o fermo dell’attività per manutenzione programmata. Tuttavia, ci sono situazioni in cui l’impossibilità di lavorare non dipende da nessuna delle parti: per esempio, quando il lavoratore non riesce a raggiungere il luogo di lavoro a causa di uno sciopero dei mezzi pubblici, di condizioni meteo avverse o quando l’azienda non può aprire per eventi straordinari.
Assenze dal lavoro per neve: spetta la retribuzione?
Non esiste una risposta univoca alla domanda se spetta la retribuzione in caso di assenza dal lavoro per neve o causa del maltempo. Per comprendere meglio questo passaggio bisogna partire dal codice civile, che fa rientrare la rapporto di lavoro dipendente fra i contratti con prestazioni corrispettive, ovvero quelli in cui entrambe le parti hanno diritti ed obblighi. Il lavoratore è obbligato a fornire la sua prestazione lavorativa e il datore di lavoro è obbligato a pagare la retribuzione.
In linea generale nel caso in cui il lavoratore sia bloccato da eventi meteorologici straordinari si tratta di impossibilità sopravvenuta a svolgere la prestazione, la quale esonererebbe il lavoratore dall’obbligo di effettuare il proprio lavoro. Allo stesso tempo però il mancato svolgimento della prestazione libererebbe il datore di lavoro dall’obbligo di pagare la retribuzione.
In linea di principio questa dovrebbe essere la conclusione! Tuttavia i contratti collettivi di lavoro o la normativa nazionale, generalmente disciplinano proprio questi casi specifici, evitando quindi che i lavoratori rimangano senza paga andando quindi a prevedere un monte ore di congedi e/o di permessi straordinari, da cui attingere proprio in caso di eventi meteorologici eccezionali.
Cosa deve fare il lavoratore
Il lavoratore deve essere sempre attrezzato per raggiungere il posto di lavoro, oppure deve organizzarsi per andare con i mezzi pubblici o in altro modo. Tuttavia può capitare che sia impossibilitato a farlo a causa di eventi esterni, come nel nostro caso specifico un evento meteorologico. La paga in questi casi, anche se la prestazione non è stata svolta non sarà però sospesa, a condizione comunque che il lavoratore comunichi tempestivamente all’azienda l’assenza dal lavoro e le motivazioni.
Inoltre il lavoratore costretto all’assenza dal lavoro causa neve e maltempo, dovrà in qualche modo provare al proprio datore di lavoro che ad esempio è rimasto bloccato dalla neve o dal ghiaccio e non aveva altri mezzi o altri modi per raggiungere il luogo di lavoro.
E’ importante quindi che chi è rimasto intrappolato in casa:
- avvisi subito il datore di lavoro della sua assenza e le cause per le quali non può recarsi al lavoro,
- conservi le prove della propria assenza, ad esempio le foto della propria auto nella neve, e presti massima attenzione a quanto prevede il proprio contratto collettivo di riferimento.
Il lavoratore cioè non dovrà essere impreparato se dovesse arrivare una contestazione di assenza ingiustificata.
Riepilogando…
In caso di impossibilità sopravvenuta della prestazione lavorativa per eventi eccezionali, come il maltempo, il lavoratore può essere esentato dall’esecuzione dell’attività se dimostra che l’inadempimento è dovuto a cause a lui non imputabili, come previsto dagli articoli 1204, 1218, 1256, 1463 e 1464 del Codice Civile. Tuttavia, salvo che il contratto collettivo (CCNL) preveda tutele specifiche, come permessi o congedi per eventi eccezionali, questa assenza può comportare la perdita della retribuzione, in quanto il contratto di lavoro si basa sul principio di corrispettività delle prestazioni.
E’ sempre obbligatorio che il lavoratore comunichi tempestivamente l’assenza al datore di lavoro e fornisca motivazioni giustificate; in caso contrario, può essere considerato assente ingiustificato, con conseguenti sanzioni disciplinari ai sensi dell’articolo 2106 del Codice Civile e dell’articolo 7 dello Statuto dei Lavoratori.
Il lavoratore può quindi ricorrere a R.O.L. e permessi, utilizzando le ore accumulate per coprire i ritardi o le assenze, garantendo così il pagamento della retribuzione. Il CCNL può inoltre prevedere l’utilizzo di permessi straordinari retribuiti o non retribuiti in casi eccezionali o per motivi personali.
In alcuni settori infine, come nell’edile e affini, le intemperie stagionali, il freddo o il caldo eccessivi, possono costituire causa di accesso alla Cassa Integrazione Guadagni (CIG). In queste situazioni, se sussistono le condizioni previste dall’INPS, le aziende possono attivare la CIG, che garantisce l’80% della retribuzione globale spettante per le ore non lavorate.
Mancata apertura dell’azienda a causa della neve, che succede
Che succede se la mancata prestazione lavorativa è da imputare al datore di lavoro? Ad esempio il negozio non apre perchè la strada di accesso è piena di neve. La legge prevede e disciplina anche i casi in cui sia il datore di lavoro a non adempiere alla prestazione lavorativa nonostante il lavoratore ha raggiunto il luogo di lavoro.
Nel caso in cui la prestazione, pur offerta dal lavoratore, non può svolgersi per impossibilità del datore di lavora bisogna capire le cause effettive da cui scaturisce questa mancanza. Si potrà infatti parlare di impossibilità sopravvenuta solo quando la causa è in tutta evidenza estranea alla volontà del datore di lavoro ed è allo stesso tempo estranea a ragioni produttive e all’organizzazione del lavoro.
In questo caso la legislazione sociale prevede forme di ammortizzatori sociali quali, ad esempio, la cassa integrazione per eventi non evitabili. Sarà l’INPS quindi a pagare la giornata di lavoro e a corrispondere la contribuzione nei casi in cui a causa della neve ad esempio il cantiere edile dovrà rimanere fermo.
Non c’è quindi inadempimento da parte del datore di lavoro quando la prestazione è impossibile per un evento eccezionale, esterno, imprevedibile; inoltre deve essere indipendente dalla sua volontà, cioè anche se il lavoratore ha messo a disposizione la propria prestazione.
Assenze dal lavoro per maltempo nel settore pubblico
Per i lavoratori del settore pubblico, resta fermo l’obbligo di comunicare tempestivamente l’assenza e di indicarne le motivazioni giustificative. In base alla contrattazione collettiva del comparto, è possibile usufruire di permessi retribuiti per motivi personali, di ferie o di altre modalità di recupero concordate con il dirigente per salvaguardare il trattamento economico.
Tuttavia, i dipendenti pubblici sono esonerati dall’obbligo di eseguire la prestazione lavorativa, mantenendo il diritto alla retribuzione e senza necessità di fornire giustificazioni, nel caso in cui un provvedimento amministrativo – come un’ordinanza di “chiusura degli uffici pubblici causa neve” – renda impossibile, in modo oggettivo e assoluto, l’adempimento dell’attività lavorativa.
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