Gentile Redazione, sono un dipendente pubblico presso un ente locale con 35 anni di servizio. Recentemente ho presentato, per la prima volta, una richiesta di aspettativa non retribuita al mio Comune. Non avendo ricevuto alcuna risposta entro 15 giorni, ho inviato un sollecito formale. Tuttavia, è passato più di un mese e ancora non ho ottenuto un riscontro dall’amministrazione.
Vorrei sapere entro quale termine, secondo quanto previsto dal Contratto Collettivo Nazionale di Lavoro (CCNL) del comparto Enti Locali, l’amministrazione è tenuta a fornire una risposta alla mia istanza. Vi ringrazio anticipatamente per l’attenzione e per il supporto che potrete darmi.
Cos’è e come funziona l’aspettativa non retribuita: la normativa generale
L’aspettativa non retribuita è un periodo di sospensione volontaria del rapporto di lavoro che il dipendente può richiedere per motivi personali, familiari o altre esigenze specifiche. Durante questo periodo, il lavoratore non percepisce alcuna retribuzione, né matura contributi previdenziali, ferie o mensilità aggiuntive come la tredicesima. Tuttavia, il rapporto di lavoro rimane formalmente attivo, consentendo al dipendente di riprendere la propria attività al termine dell’aspettativa.
Secondo la normativa generale, l’aspettativa non retribuita può essere concessa solo previa richiesta formale e motivata del dipendente, ed è soggetta alla valutazione del datore di lavoro. Quest’ultimo può accettare o respingere la richiesta in base alle esigenze organizzative e produttive aziendali, senza l’obbligo di giustificare il rigetto. Le modalità e la durata massima dell’aspettativa sono spesso stabilite dai contratti collettivi nazionali di lavoro (CCNL) applicabili al settore o all’azienda.
Questo strumento rappresenta una possibilità importante per i lavoratori che necessitano di un periodo di assenza, pur mantenendo il proprio posto di lavoro. Tuttavia, è fondamentale pianificare con attenzione la richiesta e valutare le conseguenze economiche e previdenziali legate alla sospensione temporanea del rapporto di lavoro, anche considerando la possibilità di integrare la propria copertura previdenziale con contributi volontari.
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Aspettativa non retribuita per i dipendenti pubblici degli enti locali
Per quanto riguarda il dubbio specifico, ricordiamo in primis che la nostra risposta è da intendersi come un semplice consiglio informativo e non rappresenta una consulenza legale. Per una risposta dettagliata e ufficiale, le consigliamo di rivolgersi a un avvocato specializzato in diritto del lavoro o a un consulente del lavoro. Con ciò premesso, cerchiamo di fornirle un quadro chiaro della normativa relativa alla sua richiesta.
E ora veniamo al caso concreto: l’articolo 39 del CCNL Funzioni Locali del 21/05/2018, non modificato con i successivi accordi, regola l’aspettativa per motivi personali o familiari per i dipendenti pubblici a tempo indeterminato. Esso stabilisce che il dipendente può richiedere fino a 12 mesi di aspettativa nell’arco di un triennio, anche in modo frazionato, purché compatibile con le esigenze organizzative o di servizio dell’Ente.
L’aspettativa è concessa previa una formale e motivata richiesta, ma la decisione finale spetta al datore di lavoro pubblico, che deve valutare l’impatto della sua assenza sull’organizzazione e sui servizi dell’Ente.
Durante l’aspettativa, il rapporto di lavoro è sospeso: il dipendente non è tenuto a prestare servizio e, parallelamente, l’Ente non è obbligato a corrispondere alcuna retribuzione e questi periodi non contribuiscono al calcolo dell’anzianità di servizio, non generano diritto alle ferie né alla tredicesima mensilità.
La concessione dell’aspettativa, quindi, non è automatica, ma subordinata alla verifica delle condizioni organizzative del datore di lavoro.
Termine di diritto alla risposta di richiesta aspettativa non retribuita per motivi personali e urgenti ente locale
Per quanto riguarda la tempistica di risposta alla sua richiesta, il CCNL non prevede un termine specifico entro cui il Comune è obbligato a rispondere. La regolamentazione di tali termini potrebbe essere indicata nei regolamenti interni dell’Ente.
In assenza di una normativa chiara, è consigliabile inviare la domanda con largo anticipo rispetto alla data di decorrenza dell’aspettativa richiesta. Nei casi di necessità urgente, è sempre opportuno sollecitare formalmente una risposta, come ha già fatto.
Se dopo un periodo ragionevole non riceve riscontro, potrebbe valutare la possibilità di coinvolgere un sindacato o di richiedere il supporto di un legale per tutelare i suoi diritti.